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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Le ragioni della Costituzione. Riflessioni post-referendarie di un giurista

Il voto referendario. La situazione nazionale. E il panorama politico. Sono questi alcuni dei punti affrontati nella riflessione post elettorale di Massimiliano Gregorio docente universitario e volto noto della sinistra aretina. Alla fine la...

Il voto referendario. La situazione nazionale. E il panorama politico.

Sono questi alcuni dei punti affrontati nella riflessione post elettorale di Massimiliano Gregorio docente universitario e volto noto della sinistra aretina. Alla fine la riforma costituzionale è stata rigettata. Nettamente. Molto più nettamente di quanto pensassi o potessi sperare. Chi scrive ha infatti sostenuto attivamente le ragioni del no, facendo parte di quella nutrita schiera di giuristi che hanno messo le proprie competenze a disposizione dei Comitati degli opposti schieramenti. Ed è proprio sul ruolo svolto dai cosiddetti ‘tecnici’ del diritto (professori, avvocati, giuristi in genere) che vorrei riflettere. Sinceramente mi ha stupito vedere così tanti colleghi sobbarcarsi un’infinità di incontri e dibattiti, spesso in paesini sperduti, viaggiando a proprie spese e sottraendo tempo al lavoro e alla famiglia. Alla fine, aspettavamo tutti il 4 dicembre come una liberazione. Però questa campagna referendaria ci ha dato modo di conoscerci meglio. E di parlare di una cosa che ci sta molto a cuore: la Costituzione. È stato stancante quindi, ma anche molto bello. Abbiamo quasi sempre trovato sale gremite di persone. E abbiamo ricevuto – quasi sempre – complimenti gratificanti. Il tono di quello più gettonato era più o meno sempre lo stesso: “grazie davvero! Non pensavo potesse essere così interessante. Capirà…quando ho visto che parlavano dei professori di diritto…”. Credo – o almeno mi piace sperare – che siamo stati capaci di interessare gli uditori mostrando che si possono difendere le proprie opinioni senza perdere il rispetto reciproco, sdrammatizzando i toni del confronto e ironizzando spesso sulla tanta retorica profusa da entrambi gli schieramenti (mica è vero che le persone aspettano il confronto perché amano vedere scorrere il sangue!). Ma soprattutto credo che le persone abbiano apprezzato la rottura di un luogo comune: quello che vuole la Costituzione essere un argomento per iniziati, una questione da azzeccagarbugli. Credo – o mi piace pensare – che tanta gente si sia accorta di quanto gli equilibri costituzionali, il bicameralismo, la Corte costituzionale e persino il rapporto Stato-Regioni abbiano a che fare con la loro vita quotidiana, con la scelta di una certa idea di democrazia. Il che, in un paese in cui la Costituzione non viene neppure insegnata a scuola, non mi pare poco. Ciò detto, non sono un ingenuo. So perfettamente che la stragrande maggioranza dei votanti ha espresso col voto un parere pro o contro il Governo Renzi, rispondendo peraltro ad espressi inviti che giungevano sia dalla maggioranza, sia dall’opposizione. Ma io sono grato a quella minoranza di persone che invece ha votato – si o no – pensando alle ragioni della Costituzione, che l’ha scoperta o riscoperta non come un feticcio, ma come realtà vivente, come patrimonio comune. E adesso, che dobbiamo riannodare i fili di questa lacerante campagna referendaria, adesso che fioccano ovunque gli appelli alla riconciliazione nazionale, credo che non sarebbe una cattiva idea ricominciare proprio da qui: dalla Costituzione.
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