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La Lega: "Sì alla tassa di soggiorno ad Arezzo". Romizi e Caporali: "Bisognava toglierla per chi viene a curarsi"

“La spending review e i continui tagli statali hanno reso sempre più complessa l’azione amministrativa del Comune di Arezzo, di fatto costringendolo a scelte difficili per assicurare i servizi essenziali, fra cui quelli di accoglienza turistica”...

“La spending review e i continui tagli statali hanno reso sempre più complessa l’azione amministrativa del Comune di Arezzo, di fatto costringendolo a scelte difficili per assicurare i servizi essenziali, fra cui quelli di accoglienza turistica”. Così afferma Tiziana Casi, capoguppo leghista al Consiglio Comunale di Arezzo.

“Lega Nord Toscana – prosegue Tiziana Casi – voterà a favore dell’imposta di soggiorno, considerandola un costo minimo indispensabile per la promozione del turismo aretino. È stato essenziale, per la nostra decisione, il parere favorevole delle associazioni di categoria e la considerazione che negli ultimi anni il turismo abbia avuto un notevole calo, dovuto anche allo scarso investimento sulla promozione della nostra città e del nostro territorio.

Nella situazione attuale l’imposta di soggiorno rappresenta, quindi, uno strumento necessario per reperire quelle indispensabili risorse destinate al settore turistico che permetteranno di programmare e investire offrendo un futuro e uno sviluppo al nostro territorio.

Auspichiamo che ciò rappresenti un primo passo per il raggiungimento dell’obiettivo comune di valorizzare la naturale vocazione turistica della nostra città, rendendola sempre più accogliente e a misura di visitatore”.

Sulla questione della tassa di soggiorno si esprimono poi anche i consiglieri Francesco Romizi (capogruppo Arezzo in Comune) e Donato Caporali (Partito Democratico)

Abbiamo sottoposto all’aula, durante la discussione sul regolamento della tassa di soggiorno tre emendamenti; il primo, accolto dall’amministrazione comunale, ha ridotto a quattro i pernottamenti consecutivi per i quali si applica l'imposta.

La destra ha, però, bocciato l’altro emendamento, quello che intendeva inserire una serie di esenzioni per coloro che devono effettuare terapie in strutture sanitarie e le persone che li assistono, per i portatori di handicap non autosufficienti e i loro accompagnatori per gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici che portano assistenza a gruppi organizzati. Tali emendamenti riprendono impostazioni già adottate da molti Comuni italiani, da Firenze a Bari passando per Cortona e Siena.

Insomma, per noi, non è giusto lucrare su questo tipo di “turisti”, ovvero persone che sono costrette a venire ad Arezzo per motivi sanitari e non per scelta. Il diritto alla salute universale deve essere garantito sempre, anche quando si parla di nuovi balzelli fiscali e non solo quando si deve strumentalizzare politicamente le riforme della Regione Toscana.

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