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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Intersindacale medica contro gli esiti della riforma sanitaria. Mugnai (FI): "Tutto già previsto: e non migliorerà"

"Dicono la verità, i medici dell’intersindacale, quando individuano nell’accorpamento delle vecchie Asl e, in conseguenza, delle contabilità aziendali in una sola, un punto dolente della riforma del sistema sanitario toscano voluta da Rossi e...

"Dicono la verità, i medici dell’intersindacale, quando individuano nell’accorpamento delle vecchie Asl e, in conseguenza, delle contabilità aziendali in una sola, un punto dolente della riforma del sistema sanitario toscano voluta da Rossi e Saccardi in tutta fretta: nel farla non si è puntato al bene della sanità, bensì ad evitare un commissariamento del settore il cui spettro in quel momento andava prendendo sostanza. I risultati sono quelli oggi toccati con mano dai medici toscani e che noi, dal nostro osservatorio politico, avevamo preconizzato".

A parlare così è il vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia), che si schiera convintamente a sostegno dei medici dell’intersindacale che ieri si sono confrontati nella prima conferenza regionale post riforma.

Da quel consesso è emerso un quadro desolante: "E’ quello su cui anche noi quotidianamente, caso per caso, accendiamo i riflettori e che si compone – riassume Mugnai – di posti letto che mancano e liste d’attesa che non consentono ai cittadini, di fatto, di accedere al servizio sanitario pubblico in maniera efficace nel senso della risposta al bisogno di diagnosi e cura». Quanto al numero di posti letto, tra l’altro: «La Toscana – ricorda il Vicepresidente della Commissione sanità – è da tempo al di sotto dei parametri fissati col decreto Balduzzi: questo non è un vulnus generato dalla riforma, esisteva già prima. Solo che non vi si è posto rimedio, anzi, si prosegue nello smantellamento, accorpamento, presunta razionalizzazione e via tagliando. A tutto questo, poi, corrisponde una riduzione degli organici quanto alle professioni, medici in primis, che erogano servizio sanitario propriamente detto, mentre non altrettanto si rileva negli organici d’apparato. Lì no: non si taglia".

"Nel voler perseguire un simile trend – osserva Mugnai – diviene fisiologico che ci si sottragga al confronto con i lavoratori della sanità: non è quello, per chi governa, il punto di priorità".

In questo quadro si innesta, secondo Mugnai, anche il paradosso della disparità retributiva tra medici di una stessa area vasta e a livello regionale, che avvilisce i professionisti e su cui l’esponente di Forza Italia è già intervenuto tramite interrogazione nel dicembre scorso: "Sulla materia abbiamo ricevuto una risposta all’insegna del solito ‘faremo’. Per ora non si vede nulla. Temo che per i medici avanzare un appello ai sindaci, ancora, per ora, in larga parte Pd, sortirà poco effetto. Ma su questo ci e li stiamo attrezzando differentemente".

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