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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Il Pd di Arezzo riparte dopo l'assemblea: "Basta personalismi dopo i ko elettorali. Ora referendum e congresso"

Con la conferma di Massimiliano Dindalini assodata fino al prossimo congresso, giovedì scorso si è svolta l’assemblea provinciale del partito democratico di Arezzo. "È stata un’assemblea partecipata, intensa, ricca di spunti e riflessioni, di...

Con la conferma di Massimiliano Dindalini assodata fino al prossimo congresso, giovedì scorso si è svolta l’assemblea provinciale del partito democratico di Arezzo.

"È stata un’assemblea partecipata, intensa, ricca di spunti e riflessioni, di confronto, di critica, di amarezza per le recenti sconfitte elettorali ma anche di rabbia e di orgoglio", si legge nella nota del presidente dell'assemblea provinciale Albano Ricci.

La nota integrale

Sensibilità e prospettive diverse ma legate da un unico scopo: ritrovare un partito in grado di ascoltare, di mettersi in gioco, di darsi un equilibrio, di lasciare da parte il passato per una nuova stagione, con nuove idee, nuovi metodi, nuove persone

Sono stati votati a larga maggioranza due documenti: la relazione del segretario e un documento presentato da un gruppo numeroso di iscritte e iscritti (tra cui consiglieri regionali, sindaci, segretari di circolo). Entrambi contenevano alcuni concetti chiari: cambiare passo, cambiare modi, lavorare, incontrare la gente.

L'assemblea ha deliberato di iniziare un viaggio nuovo attraverso la promozione di un congresso che investa il partito provinciale a tutti i livelli entro il 2016 e massimizzare l'impegno a sostegno del referendum, sfida del partito e del paese per un futuro all’altezza del paese.

L'assemblea ha anche assunto un contributo dei Giovani democratici aretini: un documento che ha colto lo spirito di questa assemblea, ripartiamo da oggi, ripartiamo insieme.

Vogliamo un Pd aretino che sappia scrollarsi di dosso personalismi e vecchie storie per scriverne una sola che valorizzi questo territorio, lo spinga fuori dalla crisi e prenda per mano una provincia che della bellezza e del talento ha costruito memoria e vanto.

Lavoreremo per costruire un partito che parla la lingua delle persone, che emoziona perché ha coraggio, che infonde sicurezza: siamo un paese con un così grande bisogno di esempi, di ispirazioni. Un partito che sa cambiare perché la sinistra che non sa cambiare si chiama destra, un partito che torna da studenti e insegnanti, lavoratori e imprenditori, disoccupati e pensionati, un partito sta fuori dalle sedi di partito, che va dall’Italia quella vera, l’Italia che si affanna, che arranca, che ce la vuole fare nonostante tutto, intrecciando orari e impegni, salari e bollette in modo rocambolesco e virtuoso. Abbiamo bisogno di una politica che non si faccia sorpassare dai tempi che cambiano ma che parli di asili nido, di formazione, di merito, di dignità, di cultura e musei, facendosi capire da tutti Un partito che non ingarbugli le carte, che si mostri leggero e trasparente, che non si appiattisca su regole e strategie ma si lanci verso il futuro con spinta e determinazione. Un partito da votare con i nostri nonni e i nostri genitori, che vogliono ancora un’Italia più semplice, un’Italia migliore: un’Italia in cui il giorno dopo le elezioni si possa amministrare, in cui burocrazia e fisco non umilino i sogni di chi ha volontà e talento. Sarà un viaggio nel quale non ci sentiremo soli, convinti che la forza di un’idea possa far cambiare verso agli eventi e al Paese. Un partito fatto di donne e uomini che quando parlano facciano accendere negli occhi delle persone qualcosa di luminoso come un’intuizione e profondo come la speranza.

Albano Ricci

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