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Il M5S: "Serve un piano di emergenza complessivo per San Zeno"

"Non è passata neanche una settimana dall'ultimo Consiglio comunale – denuncia il gruppo M5S di Arezzo a seguito dell'episodio di ieri a San Zeno, con l'esplosione di un forno in una azienda – da quando abbiamo richiesto al sindaco e all'assessore...

"Non è passata neanche una settimana dall'ultimo Consiglio comunale – denuncia il gruppo M5S di Arezzo a seguito dell'episodio di ieri a San Zeno, con l'esplosione di un forno in una azienda – da quando abbiamo richiesto al sindaco e all'assessore all'ambiente una verifica delle aziende presenti all’interno del Comune di Arezzo in cui si potrebbero verificare incidenti a rischio rilevante".

Ricordiamo, ai nostri amministratori, che alla nostra interrogazione hanno replicato con una insignificante risposta, che a San Zeno si sono concentrate diverse aziende ed impianti di incenerimento importanti che necessiterebbero al più presto di un Piano di Emergenza complessivo, come previsto da norme datate 1995, Sicurezza sul Lavoro del 2008, leggi Seveso etc.

Ma si sa, ormai nel nostro paese dalla logica al contrario, la norma principale e sempre attuale vuole che prima deve succedere l'incidente, e poi il Piano, per evitare, o sapere cosa fare in caso di incidente.

Prosegue poi la nota

Aspettiamo un intervento concreto del nostro Sindaco come primo responsabile della salute pubblica dopo che visitando San Zeno all'inizio del suo mandato non fece a meno di apprezzare la straordinaria qualità dell'aria con quella efficace dichiarazione (…) “qui si respira un'ariettina”, speriamo in un qualcosa di più, visto il caso.

Il commento della deputata Chiara Gagnarli “Voglio ricordare – aggiunge la portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera – che il Consiglio dei Ministri di venerdì 9 giugno ha approvato un Decreto Legislativo di attuazione della direttiva 2014/52/UE che modifica l’attuale disciplina della Valutazione di incidenza ambientale, l’autorizzazione a cui sono sottoposte le attività produttive impattanti. La nuova norma ha l’obiettivo di efficientare la procedura e concedere un ampliamento della partecipazione pubblica, soprattutto dei residenti nelle zone interessate, mediante il potenziamento dell’Istituto di inchiesta pubblica.”

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