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Giuseppe Giorgi: "Ricostruiamo il Pd autentico"

Intervento di Giuseppe Giorgi della Direzione provinciale Pd. Passano le giornate, il tempo sedimenta attese e percorre stanche liturgie, eppure è un tempo speciale per il centrosinistra e ad Arezzo si svolgerà una Assemblea provinciale del PD...

Intervento di Giuseppe Giorgi della Direzione provinciale Pd.

Passano le giornate, il tempo sedimenta attese e percorre stanche liturgie, eppure è un tempo speciale per il centrosinistra e ad Arezzo si svolgerà una Assemblea provinciale del PD che auspico di rifondazione se il termine non urtica taluni o illude altri. Dopo tre serate interessanti al PD in cui sono stato in attento ascolto e in silenzio, il partito è sembrato flettersi, quasi stanco di tanto dibattito. Eppure no, rileggo gli appunti, c’è spazio per idee ricostruttive di un PD autentico. In queste settimane si sono succeduti interventi, messaggi, qualche rinnovato diktat, opinioni. Mi hanno interessato due prese di posizione, quelle di Massimo Cacciari e di Fabrizio Barca. La prima asciutta, decisa, giunge alla conclusione che “ Non ci sono alternative: questo PD va sciolto”, la seconda più articolata esprime l’esigenza di una rinnovata presenza della sinistra nei luoghi della diseguaglianza. Ambedue le posizioni mi hanno attraversato, mi hanno interessato. Ci sono passioni che è difficile dimenticare, quella che Cacciari chiama cattolico popolare e io identifico in particolare nella sinistra DC, che ha contribuito alla fondazione “ fredda “ del PD. Passioni che ormai è meglio relegare tra i ricordi belli. Cacciari giunge poi a una conclusione che non mi piace: lo scioglimento del PD. Certifica però una verità politica quando sottolinea che il fallimento dell’ultima ( ? ) segreteria politica “ … anche nelle forme espressive si trattava di una versione aggiornata, più credibile su certi slogan solidaristici , più simpatica esteticamente, della strategia berlusconiana". Fabrizio Barca analizza lo “ schiaffo “ della sconfitta e incita i resti del gruppo dirigente a dirsi “ Va così male che mi metto a repentaglio, ora ho da perdere molto meno di prima. Quindi si cambia tutto, innovando in modo radicale". Io ci tengo al PD e al centrosinistra.

Possiamo e dobbiamo riprendere la via dell’alternativa al populismo con il personalismo comunitario, rifrequentando i territori, proponendo la scelta della comunità alla solitudine del cittadino, alla disperazione dell’individualismo liberista. Il PD con il centrosinistra può delineare una nuova politica per le nuove forme del lavoro, interpretando le trasformazioni del sistema sociale di produzione, proponendo un contratto nazionale per Lavorare meno, Lavorare tutti. Un programma comune che sappia mobilitare per campagne nazionali per il Lavoro nel contrasto al dissesto idrogeologico del Bel Paese, per il restauro e valorizzazione dei Beni Culturali, per il Turismo attività produttiva missione nazionale. Unire le periferie ai Centri storici per la coesione comunitaria. Territori comunità che sappiano riequilibrare le diseguaglianze. E’ il tempo per il PD e in particolare per tutto il centrosinistra di aprire un confronto sul fisco più giusto ad iniziare dalla patrimoniale. Arezzo e più in generale il Paese, hanno l’urgenza di una risorgenza culturale e civile, ad iniziare dal riportare un serio studio dell’educazione civica in tutta la scuola italiana, investendo seriamente anche in formazione professionale. Idee ricostruttive per un nuovo centrosinistra che si candida al governo delle centocittà. Il confronto per aprire una via nuova che possa tentare la trasformazione delle spinte populiste in popolarismo sociale con l’apporto determinante del centrosinistra e in questa scelta politica deve essere metodo e programma dello stesso PD il dibattito con il M5stelle.

In attesa dell’Assemblea provinciale del PD apriamo il confronto per i territori comunità.

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