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I Giovani Coministi di Arezzo: "Ecco il vero volto dell'alternanza scuola lavoro"

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento del gruppo aretino dei Giovani Comunisti. La tanto decantata legge 107 del governo Renzi, meglio nota come Buona Scuola, rappresenta il tentativo, oramai rivelatosi fallimentare, di dare alle istituzioni...

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento del gruppo aretino dei Giovani Comunisti.

La tanto decantata legge 107 del governo Renzi, meglio nota come Buona Scuola, rappresenta il tentativo, oramai rivelatosi fallimentare, di dare alle istituzioni scolastiche superiori non solo il compito di formare gli studenti dal punto di vista culturale e civile, ma anche di accompagnarli al primo approccio con il mondo del lavoro. Ad una prima lettura potrebbe sembrare un mirato e avanguardista tentativo di rivoluzionare la canonica formazione scolastica al fine di rendere il percorso scolastico e il mondo del lavoro un continuum in cui entrambi gli aspetti sono imprescindibili l’uno dall’altro. Lo stato delle cose in realtà si è rivelato ben differente da quelli che erano stati i falsi slogan e le grandi promesse sostenute dal governo e sfruttate tutte a loro vantaggio dai padroni di Confindustria e delle grandi multinazionali (con i quali il governo ha stipulato patti di assunzione per oltre diecimila studenti). Parlando di cifre, il monte ore previsto per gli studenti dei licei è di 200 ore, mentre per gli istituti tecnici e professionali è di almeno 400 ore spalmate nel corso dell’intero triennio, differenziazione questa che cela un carattere classista della scuola pubblica, da una parte le scuole che andranno a formare i futuri datori di lavoro, dall’altra gli studenti dei tecnici e dei professionali condannati ad un futuro di subordinazione con scarse possibilità di riscatto. Naturalmente l’alternanza, essendo considerata un’attività formativa, non prevede alcun genere di retribuzione e, cosa più grave, i diritti e le tutele dello studente-lavoratore sono continuamente calpestati. Solo pochi giorni fa, dopo anni di attesa, il Ministero ha presentato la Carta dei Diritti e dei Doveri degli studenti in alternanza, documento che sa più di contentino per quegli studenti più vivaci e critici invece che una reale volontà di protezione e, soprattutto, non cambia in alcun modo il quadro fortemente negativo delle esperienze che accompagnano l’alternanza.

Da comunisti ribadiamo il nostro massimo dissenso nei confronti di questa riforma che ha reso la scuola pubblica un’azienda con il solo compito di formare i futuri precari e schiavi di questo sistema asservito alle logiche del liberismo più sfrenato e del capitalismo più selvaggio insostenibile. La logica del mercato è riuscita penetrare persino negli ambienti scolastici senza incontrare alcuna desistenza da parte della grande maggioranza degli studenti e degli insegnanti. La lobby delle multinazionali ha chiesto manodopera giovanile da trasformare poi nei futuri schiavi, ha chiesto lavoro gratuito e senza diritti e la scuola ha ubbidito, nessun ostruzionismo, anzi ha voluto creare l’illusioni di una grande opportunità che il saggio governo dei padroni ci offriva. Niente di tutto ciò, al danno si è solo aggiunta la beffa di gran parte degli studenti che non conoscono fino in fondo l’attività a cui sono costretti a prendere parte e no sono consapevoli del desolante orizzonte lavorativo che hanno di fronte. La maggior parte degli studenti pensa che lo sciopero lavorativo sia finalizzato al semplice giorno libero o sia addirittura illegale! Da comunisti non possiamo permettere che i giovani dimentichino quelli che sono stati anni e anni di battaglie per i diritti sociali duramente e fieramente conquistati dai nostri nonni e che noi abbiamo il dovere rivoluzionario di difendere. Non possiamo permettere che il germe del capitalismo attecchisca anche nelle scuole, che gli studenti siano condannati ad un futuro di precarietà e sfruttamento sotto il ricatto continuo del licenziamento o della rinuncia ai propri diritti per il profitto dei padroni passando prima di tutto attraverso l’alternanza scuola-lavoro, o meglio, scuola-sfruttamento. Per tutti questi motivi vogliamo proporre agli studenti e ai giovani lavoratori un programma di radicale rottura con le politiche che sono state portate avanti in questi anni tanto dalla destra che dal centro-sinistra: alternanza non obbligatoria e retribuita, controlli etici sulle aziende, diritti e tutele per lo studente, percorso realmente formativo in linea con il proprio percorso di studi.

Da soli è utopia, insieme diventiamo azione!

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