Ghinelli scrive a Draghi affinché resti, Fdi si dissocia: "Prendiamo le distanze"

Malumori aretini in seguito alle dimissioni presentate dal capo di Governo Mario Draghi. Tra le possibili vie d'uscita da questa crisi politica, che si è aperta per la non partecipazione al voto sul Dl Aiuti dei senatori grillini, ci sono ovviamente le elezioni anticipate. Andare al voto è la primissima scelta di Fratelli d'Italia, non c'è giorno che la leader nazionale Giorgia Meloni non ribadisca la necessità di riportare i cittadini alle urne per eleggere nuovi parlamentari e quindi una nuova maggioranza di Governo. 

Per questo i rappresentanti aretini di Fratelli d'Italia hanno storto il naso e reso pubblica la loro posizione contraria quando hanno letto l'annuncio del sindaco Ghinelli: "Ho firmato subito la lettera aperta sulla crisi di governo in atto che oggi i sindaci hanno indirizzato a Mario Draghi - ha scritto sui profili social ufficiali - Un appello comune e convinto per chiedere allo stesso Draghi di andare avanti in un momento particolarmente delicato per il nostro Paese, al quale si unisce quello al richiamo alla responsabilità rivolto a tutte le forze politiche. I sindaci, più di ogni altro hanno contezza delle difficoltà e dei problemi che il Paese sta vivendo, vicini come sono, per il ruolo che rivestono, alle comunità che rappresentano. Abbiamo bisogno di certezze e stabilità, e in questo momento Mario Draghi è la figura che più le rappresenta."

Ghinelli chiede quindi a Draghi di restare per il bene del paese e questo non collima con la volontà degli alleati aretini di maggioranza, che hanno in Francesco Macrì una figura di riferimento (dirigente di partito per il coordinamento delle autonomie locali), che invece vogliono andare al voto. E lo hanno espresso pubblicamente qualche ora fa con un post eloquente: "Fratelli d’Italia non condivide e prende le distanze dalle dichiarazione espresse dal sindaco Alessandro Ghinelli. Il sindaco deve rappresentare tutti i cittadini, compresi coloro che vogliono legittimamente andare al voto oltre che la sua stessa maggioranza. Tutta."

Un richiamo quindi al fatto che il primo cittadino si sia espresso non rappresentando il pensiero di tutte le componenti che lo sostengono a Palazzo Cavallo.