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Gestione dei siti museali di Arezzo, interrogazione al ministro del M5S

La deputata M5S Chiara Gagnarli ha presentato un'interrogazione al Ministro della Cultura Dario Franceschini. A seguito delle inchieste giornalistiche - dice Gagnarli - che mettono in relazione le ultime gestioni dei siti museali di Arezzo e la...

La deputata M5S Chiara Gagnarli ha presentato un'interrogazione al Ministro della Cultura Dario Franceschini.

A seguito delle inchieste giornalistiche - dice Gagnarli - che mettono in relazione le ultime gestioni dei siti museali di Arezzo e la vicenda Banca Etruria, sono emersi pericolosi legami tra i concessionari dei suddetti siti ed alcuni personaggi dalla fedina penale non proprio candida, finiti in una interrogazione parlamentare della deputata aretina M5S, Chiara Gagnarli, al Ministro Franceschini. Dopo lo splendore del post restauro, seguito da una fase di notevole incremento dei flussi turistici, la gestione dei siti museali ad Arezzo, ed in particolare degli affreschi di Piero della Francesca in San Francesco, è passata di mano in mano, spesso anche con discutibili affidamenti diretti senza bandi di gara, per finire, ai giorni nostri, sotto la gestione della società Mosaico Srl, di Giulia e Giorgio Zamorani. La stessa società, Mosaico Srl, è recentemente finita nel mirino dell’ultima ispezione di Bankitalia, conclusasi a febbraio 2014 dopo il commissariamento di Banca Etruria, per una consulenza da 236 mila euro ricevuti dalla stessa banca per «il supporto alle attività commerciali e culturali coordinate dalla direzione centrale», attività considerata dalla stessa ispezione «non in linea con la realtà aziendale». Nell’orbita della società Mosaico, gravita anche la società Munus srl di Mario Alberto Zamorani, padre degli attuali gestori della Mosaico Srl, già gestore dei suddetti siti museali nel periodo 2000-2002. Zamorani padre, personaggio dai trascorsi ormai noti, arrestato nel 1992 nell’ambito delle indagini sul sistema di mazzette che gravava sulle autostrade, è anch’esso legato a doppio filo a Banca Etruria; è stato, infatti, socio in affari dell'ex consigliere d’amministrazione di Etruria, Alberto Rigotti, noto imprenditore Trentino, anch’esso finanziato da Etruria mentre sedeva nel CdA, ancora in sofferenza nei confronti della Banca per circa 16 milioni, poi arrestato per il crac della catena di giornali locali e-polis. Alla luce di tali intrecci – dichiara la parlamentare Chiara Gagnarli, firmataria dell’interrogazione al Ministro dei beni culturali – appare doverosa la necessità di chiarimenti sulle posizioni dell’attuale società amministratrice dei siti museali di Arezzo. Ci aspettiamo risposte sulle intenzioni del Ministero riguardo al futuro dei nostri siti museali e sugli eventuali presupposti di una revoca della concessione alla società Mosaico Srl.

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