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Gagnarli (M5S): "Un albero ogni neonato, ma a Cortona non è così"

Lo sviluppo e il benessere di una città passa anche attraverso la cura e il rispetto del suo ambiente o almeno di quel che ne rimane e sarebbe ancora possibile salvaguardarlo se solo ci fossero lungimiranza, progettualità e non solo biechi...

Lo sviluppo e il benessere di una città passa anche attraverso la cura e il rispetto del suo ambiente o almeno di quel che ne rimane e sarebbe ancora possibile salvaguardarlo se solo ci fossero lungimiranza, progettualità e non solo biechi interessi economici e speculativi.

Il Comune di Cortona, quest’anno, ha disapplicato la legge “un albero per ogni neonato residente” giustificandosi con l’ingente numero di nati (circa 180) e la difficoltà di reperire ampi spazi idonei, e sostituendo la piantumazione con iniziative simboliche presso i Nidi e la Scuola Secondaria di primo grado di Camucia. Per i nuovi nati nel 2015, in occasione della festa dell’albero, il prossimo 21 novembre verrà piantato un albero a simbolo dei nuovi nati per tutto il 2015. Peccato, però, che la legge 29 gennaio 1992 n. 113, detta anche Legge Rutelli, preveda l’obbligo per il Comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica.

È vero – dichiarano Matteo Scorcucchi, consigliere comunale e Chiara Gagnarli, deputata cortonese entrambi in forza al movimento 5 stelle – non sono tanti i Comuni che stanno applicando questa Legge che risale al 1992. Sono passati quasi 24 anni ma, come accade spesso in questo nostro belpaese, di questa legge sembra che tutti se ne siano dimenticati. Dal 1992 al 2008 – ricordano i portavoce penta stellati – su 9 milioni e 300 mila bimbi nati da residenti italiani, le stime parlano di non più di 1 milione di alberi nuovi piantumati.

Eppure la legge sembrava chiara, i Comuni avrebbero dovuto agire in sinergia con le Regioni e il Corpo forestale dello Stato. I primi dovevano scegliere le tipologie arboree più consone al tipo di territorio nel quale sarebbero state piantate, ai secondi spettava garantire un piano di coltura ed arredo ambientale in armonia con le necessità urbane e la tutela dei boschi.

Uno dei punti deboli della legge 113 è che non prevede in alcun caso un qualsiasi tipo di sanzione o d’obbligo d’imposta per i Comuni inosservanti ne, tanto meno, offre incentivi a chi la rispetta. Questo fa della legge più una enunciazione di intenti a carattere ecologista, che una normativa inderogabile. Siamo consci – proseguono i due portavoce M5S – che incrementare il verde urbano non ha solo risvolti positivi, sull’assorbimento di anidride carbonica, la bellezza del paesaggio, il contenimento del dissesto idrogeologico, ma comporta la manutenzione negli anni che seguono, tuttavia riteniamo che osservare questa legge sia possibile, ed allo stesso tempo sia sinonimo di amministrazione lungimirante ed attenta.

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