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Bibbiano e il gender. Ancora polemiche sull'evento di Fusaro. Farsetti: "Offensivo pagare 2.500 euro di soldi pubblici"

E qualche faccia che si è girata da un'altra parte c'è stata anche all'interno del centro destra, perché effettivamente Fusaro è un divisivo, o piace o no, senza mezze misure

Ha messo insieme il tema di Bibbiano e la fantomatica teoria del gender per uno spettacolo che a chi lo mette in cartellone costa 2.500 euro circa. L'evento di Diego Fusaro continua a scatenare polemiche perché pagato con i soldi pubblici dell'assessorato alle pari opportunità del Comune di Arezzo. E qualche faccia che si è girata da un'altra parte c'è stata anche all'interno del centro destra, perché effettivamente Fusaro è un divisivo, o piace o no, senza mezze misure.

Dall'area di centro sinistra, in un primo momento Daniele Farsetti di Italia in Comune aveva espresso tutte le sue perplessità con un commento alla vigilia auspicando che il teatro rimanesse vuoto.

Dispiace fare pubblicità indirettamente ad un evento che non condivido fortemente, principalmente nell'approccio e nei contenuti. Se Arezzo vuole veramente candidarsi a capitale della cultura dovrebbe, in primo luogo questa amministrazione, prendere le distanze da queste forme di speculazione, un pò come i venditori di elisir medicamentosi nel vecchio west che sfruttavano l'ingenuità delle persone, parlando alla pancia e non alla testa delle persone. Diego Fusaro, presunto filoso marxista ma fondatore di un partito, Vox, con lo stesso nome della formazione di estrema destra spagnola, associa due parole "Bibbiano" e "gender", il cui collegamento vede solo lui ma che, evidentemente, hanno un ritorno. Stucchevole ripetere che la “teoria del gender” (o ideologia del gender) non esiste. E’ una patacca con una veste scientifica inventata ad uno scopo politico. “‘Parlateci di Bibbiano’ è il grido strumentale usato da Salvini "usato come clava" per colpire il nemico politico, non sui temi o sulle proposte ma sulla becera speculazione.Sarebbe bello invece se Fusaro, dal palco, chiedesse scusa al sindaco Andrea Carletti, descritto come un mostruoso venditore di bambini. Meglio ancora se quel teatro rimanesse plasticamente vuoto come atto di profonda civiltà per una città che dopo oltre 30 secoli di storia sa ignorare l'affabulatore di turno.

Non è dato sapere se la partecipazione ci sia stata, nessuna foto di rito è apparsa nei profili degli organzzatori e dei promotori come l'assessore Tiziana Ninisi, il consigliere Roberto Bardelli, o lo stesso Fusaro che invece dalla sua pagina attacca il Pd di Arezzo e di Siena rei di aver contestato il cachet dopo aver fatto l'accesso agli atti per verificare la delibera.

"Spettacolo sul gender patrocinato dal Comune. E chi paga il cachet di Diego Fusaro?"

"Lo spettacolo di Fusaro su gender e Bibbiano è stato pagato da tutti gli aretini". E' polemica

Ma Farsetti ci torna sopra, dopo aver letto la delibera completa

Quello che era un semplice sospetto si è manifestato nella sua agghiacciante realtà, lo spettacolo che a mio giudizio specula su bambini e le loro sofferenze, abbinato ad un falso mito, quello del gender, scientificamente inesistente ed usato solo a biechi scopi di propaganda politica, sostenuto, condiviso ed addirittura finanziato dal Comune di Arezzo dalla Giunta di Alessandro Ghinelli.  L'operazione a questo punto assume contorni chiari, il cantastorie Fusaro è stato assoldato da una parte politica, la destra, e fatto circolare per tutte le città con un'amministrazione di quel colore pronta a piegarsi alle esigenze elettorali della prossima consultazione per la regione Emilia Romagna. Difatti il "tour" ha toccato in pochissimo tempo tante città del centro Italia pronte a sponsorizzare ed organizzare in pochissimi giorni una platea cui diffondere il verbo della "clava salviniana" su Bibbiano e, tanto c'eravamo, condirla con un pò di gender che male mai non fà. Ho già scritto in precedenza che appaiono sordide le motivazioni ed i presupposti. Oggi appare come addirittura offensivo concedere supporto, anche economico 2.500 euro, e sostegno in soli 10 giorni mentre la gran parte delle associazioni culturali aretine trovano sempre la porta sbarrata.

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