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Fondazioni scuola e sociale. Le opposizioni: "Noi tenuti all'oscuro", le donne dem in piazza: "Giù le mani dai servizi alla persona"

Due iniziative, una dei consiglieri di minoranza e l'altra della conferenza provinciale delle donne democratiche di Arezzo, per porre l'accento sulla questione relativa all'istituzione di altre fondazioni che, una volta create, si occuperanno della gestione delle scuole e dei servizi sociali ad Arezzo

Che volto avranno le fondazioni scuola e sociale? Come saranno organizzate? E quale ruolo spetterà alla macchina pubblica? Durante lo scorso fine settimana, la conferenza provinciale delle donne democratiche di Arezzo ha messo in scena un doppio flash mob per sollevare parte di questi interrogativi e ribadire con forza come "l'attuale amministrazione non vuole condividere con la cittadinanza, attraverso le proprie rappresentanze istituzionali, scelte così importanti che potrebbero avere delle ricadute sociali devastanti". Preoccupazioni condivise anche dai consiglieri aretini di minoranza, Francesco Romizi, Donella Mattesini, Valentina Vaccari, Valentina Sileno e Angiolo Agnolucci. I rappresentanti dell’assise cittadina, attraverso una nota congiunta, hanno preso parola per sollevare ancora una volta le proprie perplessità e denunciare l'assenza di comunicazione sul percorso di costituzione delle fondazioni. Da fatto, le due realtà, sulla falsa riga di Intour e Guido d’Arezzo, permetteranno una gestione più agile dei comparti delle politiche sociali e scolastiche. "Sì ma a quale prezzo visto che i servizi alla persona, come impone la legge, devono essere a gestione pubblica e, invece, le fondazioni sono organizzazioni di diritto privato​?", aggiungono gli esponenti politici. A questo aspetto, come detto, si aggiunge anche la condizione delle minoranze a Palazzo Cavallo che, almeno stando a quanto da loro sostenuto, sono state scarsamente coinvolte nel processo di istituzione. “Avevamo richiesto un percorso alla luce del sole - fanno sapere dai banchi dell’opposizione - E per ora di questo non vi è traccia. Il progetto della fondazione o delle fondazioni, anche quello del numero è un aspetto ancora da chiarire, va avanti senza trasparenza. Avevamo infatti invitato il presidente della commissione consiliare politiche sociali e scuola a convocare una serie di sedute per permettere ai consiglieri comunali di ascoltare la voce dei diretti interessati al progetto. Audizioni utili e necessarie per avviare un importante momento di confronto, quello peraltro sempre promesso a parole dall’attuale amministrazione. Per ora, dai primi di febbraio, epoca della prima nostra richiesta, nessun segnale”. Dunque al momento non sono noti gli ultimi step relativi alla costituzione delle fondazioni che, per la città, rimangono un’incognita. “In questo modo - aggiungono i consiglieri - si dà per scontato il fatto compiuto, si tiene all’oscuro il consiglio comunale dei dettagli del progetto stesso e del giudizio che ne danno gli stakeholder. Non solo: si tengono all’oscuro le famiglie svantaggiate, gli anziani e tutti coloro che vivono situazioni di criticità e che dai servizi sociali traggono sostegno. Vogliamo dare una risposta almeno a loro? Quanto sta accadendo è doppiamente grave: primo perché non stiamo parlando dell’alienazione di un immobile ma di quella di un intero comparto, di portata enorme, delle politiche comunali. Secondo perché la parola definitiva sulle fondazioni dovrà comunque metterla il Consiglio Comunale. Non è dunque questione interna alla giunta. Ecco perché chiediamo che l’assemblea non venga coinvolta solo all’ultimo momento”. 

Nella giornata di domenica scorsa, 9 maggio, la conferenza provinciale delle donne democratiche di Arezzo si è data appuntamento in in piazza San Jacopo e al Parco Pertini per un doppio flash mob con il quale “informare la cittadinanza circa le intenzioni dell’amministrazione Ghinelli di voler istituire altre fondazioni alle quali far gestire le politiche sociali e i servizi educativi. Servizi alla persona che la stessa legge impone che siano a gestione pubblica. Il Comune vuole ancora rinunciare al suo ruolo istituzionale che gli compete. L'attuale amministrazione non vuole condividere con la cittadinanza, attraverso le proprie rappresentanze istituzionali, scelte così importanti che potrebbero avere delle ricadute sociali devastanti. Deve essere chiaro che le fondazioni sono organizzazioni di diritto privato, con un consiglio di amministrazione che potrebbe, nella sua autonomia, assumere decisioni non completamente aderenti ai reali bisogni della nostra comunità, togliendo la possibilità da parte del consiglio comunale, espressione della cittadinanza, di controllare o indirizzarne l'attività. La nostra battaglia è iniziata per questo, allo scopo di evitare che la nostra città e l'intera comunità si possa ritrovare di fronte ad una situazione irrevocabile. Ad oggi, nulla trapela dalla stessa amministrazione e non vorremmo trovarci, in un prossimo futuro, di fronte al fatto compiuto”.

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