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Fondazione cultura, Caneschi (PD): "Grave illegittimità, chiederemo la revoca della delibera"

"Negligenza e una buona dose di impreparazione". Ci va giù pesante il consigliere comunale del Partito Democratico Alessandro Caneschi che picchia duro nei confronti dell'amministrazione comunale aretina. L'argomento che ha scatenato la reazione...

"Negligenza e una buona dose di impreparazione".

Ci va giù pesante il consigliere comunale del Partito Democratico Alessandro Caneschi che picchia duro nei confronti dell'amministrazione comunale aretina.

L'argomento che ha scatenato la reazione dai banchi dell'opposizione è quello riguardante la costituzione della nuova Fondazione Cultura. Di fatto la nuova realtà si occuperà di gestire eventi e manifestazioni oltre che accogliere il team dell'attuale ufficio comunale competente in materia.

Lo scorso 23 febbraio, il consiglio comunale stesso, ha licenziato la delibera dando così il via ad una nuova era.

La scelta però non è stata affatto condivisa dalla minoranza che, al contrario, ha sollevato più di una perplessità in materia.

A distanza di qualche mese da quella data ecco che è proprio il Pd a tornare nuovamente alla carica sull'argomento annunciando nuove azioni in consiglio comunale.

“Siamo alle solite - esordisce Caneschi - questa amministrazione comunale si dimostra ancora un volta un gruppo di dilettanti che prende decisioni avventate sulla pelle dei cittadini.

Il 23 febbraio il consiglio comunale ha proceduto alla modifica dello statuto della fondazione Guido d'Arezzo venendo meno alle procedure di legge relative alla partecipazione della Regione nelle Fondazioni. Riavvolgiamo il nastro: già nel 1983 la Regione ha promosso la costituzione della Fondazione Guido d'Arezzo, investendo cento milioni di lire per concorrere alla formazione del fondo di dotazione. Per questo motivo la legge riconosce alla Regione il controllo della Fondazione. Fino a questo momento il ragionamento è abbastanza semplice, probabilmente non per la maggioranza di destra dell'amministrazione aretina che con la delibera del consiglio comunale di Arezzo del 23 febbraio ha provveduto ad approvare modifiche allo statuto della Fondazione “Guido d’Arezzo” per strutturarla quale soggetto attuatore di funzioni proprie dell’amministrazione comunale nell’ambito delle politiche culturali. In poche parole, trasferendo alla Fondazione ogni competenza in materia culturale.

Già a suo tempo avevamo manifestato al consiglio comunale, al sindaco e alla giunta, oltre le perplessità sul merito dell’iniziativa, specifiche eccezioni circa l’assenza, nel percorso di esame delle modifiche allo Statuto della Fondazione che vede come socio fondatore la Regione, detentore della quasi totalità del fondo di dotazione e la Provincia di Arezzo

In quel contesto il Segretario Generale del Comune ci rispose che (così come riportato al verbale della seduta): “Per quanto riguarda la Regione Toscana, noi siamo andati con l’architetto Barbetti più volte, perché le modifiche statutarie sono soggette all’approvazione della Regione Toscana, quindi abbiamo avuto almeno due o tre contatti con il dirigente che mi pare si chiamasse Bonanni. Esatto. Abbiamo mandato a loro le proposte statutarie, tra l’altro il parere loro ce lo danno dopo che la Fondazione avrà approvato le modifiche, ma dai colloqui che abbiamo avuto il parere sarà favorevole”. Peccato che l’interlocutore citato nel dibattito dal Segretario Generale risulti non essere quello competente.

In consiglio non ci è stato dato modo di conoscere la volontà degli altri soci privando di legittimità il processo di trasformazione della Fondazione - conclude il segretario comunale del Pd - Non possiamo che ringraziare la vicepresidente del consiglio regionale Lucia De Robertis che ci ha aiutato nel fare luce su questa vicenda che a nostro parere dimostra ancora una volta il pressappochismo della maggioranza. E' davvero grave la mancata conoscenza da parte del sindaco e di questa amministrazione comunale della normativa regionale in materia di partecipazione della Regione Toscana alle Fondazioni, ignoranza che sottende una preoccupante negligenza da parte dell’amministrazione stessa. Per questo motivo nel Consiglio comunale del 24 aprile chiederemo se non ritengano opportuno procedere alla proposta di revoca della deliberazione di Consiglio Comunale del 23 febbraio”.

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