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Doppio flash mob delle Donne Democratiche contro le fondazioni del sociale del Comune di Arezzo

"L’assessore Tanti - dice una nota firmata da Donella Mattesini, Giulia Travi, Alessandra Nocciolini - sosteien che questa scelta avrebbe lo scopo di innovare i servizi educativi e le politiche sociali, con il coinvolgimento del terzo settore ma per raggiungere tale scopo basterebbe applicare le leggi già esistenti"

La Conferenza delle donne Democratiche di Arezzo ha organizzato per domenica 9 maggio alle 17,30 in piazza San Jacopo e alle 18,30 al parco Giotto, un flash mob contro la scelta dell’amministrazione comunale di Arezzo di istituire una o due Fondazioni a cui affidare i servizi educativi e le politiche sociali.

"L’assessore Tanti - dice una nota firmata da Donella Mattesini, Giulia Travi, Alessandra Nocciolini - ha precisato che questa scelta, a suo parere di 'grande innovazione', avrebbe lo scopo di innovare i servizi educativi e le politiche sociali, con il coinvolgimento del terzo settore (Cooperazione sociale, volontariato, ecc.) e delle Istituzioni già esistenti come l’Istituto Fossombroni, la Fraternita dei Laici e altre Fondazioni quali il Thevenin e l’Aliotti per la co-programmazione la concertazione. Noi diciamo, insieme a molti altri soggetti, che per raggiungere tale scopo, non servono Fondazioni, ma basta applicare le leggi regionali e nazionali già esistenti.

Per quanto riguarda nidi e scuole dell’infanzia, la costituenda Fondazione, che vorrebbe istituire l’attuale Amministrazione, aiuterebbe la nascita di un sistema integrato. A questo proposito, va ricordato che il sistema integrato è già normato dalla Legge Regionale n. 65/2020 - che prevede anche investimenti economici da destinare negli anni a venire agli enti locali, in osservanza del Recovery Fund che apporterà al settore ingenti risorse. Quindi basterebbe applicare quella legge. Il Comune di Arezzo è stato il primo in Italia ad attivare fin dal 2007 il sistema integrato sul quale questa Amministrazione non ha mai investito nel suoi aggiornamento e rafforzamento.

Per le politiche sociali, sempre la Legge regionale n. 65/2020, prevede l’obbligo per i Comuni di attivare percorsi di co-programmazione e co-gestione con tutto il Terzo settore, con le varie istituzioni e soggetti interessati. Pertanto è possibile innovare applicando le leggi regionali e nazionali, così che i servizi rimangano comunque pubblici, valorizzando la sinergia con tutti i soggetti interessati. Spetta al Consiglio Comunale - in rappresentanza dei cittadini - agire il proprio ruolo istituzionale di programmazione e controllo. Viceversa, le Fondazioni che come stabilisce il Codice Civile sono soggetti di diritto privato, con un proprio Consiglio di Amministrazione, equivale a privatizzare, espropriando il Consiglio comunale ed i cittadini tutti dalla programmazione, dal controllo e dalla partecipazione. Noi riteniamo che i servizi sociali e quelli educativi siano due settori fondamentali e strategici per la crescita e il benessere di tutta la comunità che non devono essere affidati a soggetti di natura privatistica".

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