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Fiere orafe a Ieg, il consiglio comunale dice sì. Ghinelli: "Come una nave con una falla in mezzo al mare, prima si tappano i buchi"

Con 18 voti a favore e quattro astenuti dai banchi del Pd, la pratica Ieg è passata. Il sindaco ha ricevuto mandato di esprimere un voto favorevole nell'assemblea di domani di Arezzo Fiere

Nonostante l'approvazione fosse ormai data per certa, il dibattito su Arezzo Fiere è stato acceso e a tratti teso in consiglio comunale. La presentazione è stata ad opera dell'assessore Alberto Merelli, subito dopo le variazioni di bilancio. Domani infatti si terrà l'assemblea della società pubblico/privata che detiene la proprietà dei padiglioni della fiera. E all'ordine del giorno c'è il tanto atteso, quanto discusso, contratto di vendita delle fiere orafe a Italian Exibition Group, il colosso riminese, già proprietario in sostanza della Fiera di Vicenza che ha depositato una proposta inderogabile di acquisto di OroArezzo e di Gold Italy. 

Un lungo dibattito ha preceduto la votazione nella quale la maggioranza presente ha premuto il tasto verde del sì, i consiglieri del Pd si sono astenuti sottolineando comunque che, dopo il suo intervento che poneva seri dubbi, anche Luca Stella di Forza Italia aveva lasciato l'aula. Alla fine sono stati 18 i favorevoli e 4 gli astenuti.

Se Merelli ha presentato i numeri della proposta d'acquisto, Luciano Ralli ha ribatutto sottolieando che la pratica non era corredata da una perizia giurata sul valore delle fiere orafe che garantisse la congruità del prezzo. Sulla presenza o meno della figura del direttore generale si è focalizzato Stella, che ha chiesto lumi circa i contenuti del piano industriale.

Alla fine il sindaco Ghinelli ha detto che, "come un'imbarcazione con una falla in mezzo al mare, prima si tappa la falla e poi si ristabilisce la rotta, l'operazione attuale è per tappare i buchi".

Il contratto tra Ieg e Arezzo Fiere e l'acquisto della collezione Oro d'Autore dalla Regione Toscana

“L’assemblea discuterà e delibererà – ha precisato Alberto Merelli – su alcuni punti molto importanti, dall’esercizio dell’opzione di acquisto di Italian Exhibition Group delle manifestazioni Oro Arezzo e Gold Italy alla cessione della collezione Oro d’Autore alla Regione Toscana per un prezzo non inferiore a 1.650.000 euro. In merito al primo aspetto, ricordo che il contratto in essere, stipulato nel 2017, prevede la gestione esclusiva dei due eventi da parte di Ieg stessa fino al 31 dicembre 2021 e che entro il febbraio 2021 la società poteva esercitare un’opzione per il loro trasferimento definitivo. Siamo dunque dinanzi a una richiesta in anticipo sui termini previsti: Ieg chiede la cessione di Oro Arezzo e Gold Italy in capo a se stessa già dal dicembre 2019. Il prezzo fisso stabilito è 3.494.000 euro. Poi c’è una seconda voce di prezzo, pari a 956.000 euro, che varierà a seconda del raggiungimento di alcuni obiettivi fissati per Oro Arezzo 2020, dai ricavi al numero di stand alla presenza di espositori top. Il mancato raggiungimento di almeno due obiettivi comporterà una riduzione del 50% di questa cifra, nessun obiettivo raggiunto equivarrà a nessun corrispettivo. Ma si tratta di risultati che la manifestazione ha sempre raggiunto per cui presumibilmente da questa operazione saranno ricavati nel complesso 4.450.000 euro. Questo anticipo dei tempi di un contratto già definito, che sarebbe altrimenti scattato nel 2021 e che non contempla la conversione del prezzo di acquisto in quote societarie, garantisce di conseguenza un ingresso immediato di liquidità e di risorse finanziarie a vantaggio di Arezzo Fiere e Congressi che potrebbe finalmente pianificare il suo non più differibile rilancio. D'altronde, Arezzo Fiere e Congressi è un soggetto con notevoli problemi per cui questa operazione straordinaria, insieme alle altre presenti nel piano industriale, ovvero Oro d’Autore alla Regione Toscana e l’acquisto dell’auditorium da parte del Comune di Arezzo, potrebbero permettere di uscire dal guado della crisi. Ci sarà poi da capire in quale direzione si muoverà Arezzo Fiere e Congressi nei prossimi anni ma al momento l'attuale piano industriale, elaborato dall’amministratore unico, mi pare dettato dalla prudenza, con percorsi realizzabili, razionalizzazione dei costi e manifestazioni con requisiti di economicità. Ieg si impegna altresì a mantenere le due suddette fiere in città. Come deve comportarsi il Comune di Arezzo quando verranno discussi questi punti? A nostro giudizio, gli indirizzi da dare al rappresentante del Comune dovrebbero contemplare il voto favorevole alla richiesta di Ieg e alla soluzione relativa a Oro d’Autore”.

Luciano Ralli ha messo in fila una serie di domande, sollevato dubbi.

“se è vero che abbiamo solo l'11% di questa società, l'immobile insiste sulla città di Arezzo, è strategico, gli aretini vi hanno versato vari milioni di euro, contando sulla promozione delle attività economiche locali. Adesso si profila la vendita delle uniche attività che portano soldi. Nel dibattito in consiglio comunale del 2017, la parola ricorrente fu 'emergenza' ma dopo due anni siamo ancora nella stessa situazione. Arezzo Fiere e Congressi continua a perdere e la situazione è di 'emergenza'. Così si evince dalle parole di Merelli. Parliamo di uno dei tre poli fieristici regionali e di prospettive non ne vedo. Questa poi è una struttura con circa 15 dipendenti. Garanzie per questo personale ci sono? E poi cosa vuol dire 'compriamo l'auditorium'? È già nostro visto che deteniamo l'11% della società. Ricordo inoltre una scrittura fra Regione Toscana, Ieg, Arezzo Fiere e Congressi in cui si poneva l'ipotesi dell'ingresso di quest’ultima nella compagine societaria di Ieg. Che fine ha fatto? E ancora: questo parlare sempre male di una struttura non si scontra con quelle delibere che ogni anno dobbiamo prendere in consiglio comunale sulla ristrutturazione delle aziende partecipate? E il prezzo è congruo? C'è una perizia giurata che dice qual è la cifra? Una società pubblica non può vendere nel mercato privato in maniera libera. Ricordo che nel 2017 la delibera venne votata all'unanimità a seguito di un parere tecnico e contabile dei dirigenti comunali, compreso il segretario generale, perché se l’ente pubblico procede con un'alienazione, di questo si tratta, deve essere tutelato con ogni garanzia di legittimità e compatibilità”.

Roberto Bardelli ha preso la parola dicendo che

“il tempo è stato e sarà galantuomo. Il risanamento si profila come un percorso tortuoso ma possiamo riuscirci e riguarda un comparto fondamentale, quello fieristico. Abbiamo una struttura utilizzabile e dobbiamo sfruttarla: per questo serve fare fronte comune, con contributi provenienti da tutti, dal Comune di Arezzo alla Regione Toscana, che potrebbe razionalizzare il comparto, guardando con favore ad Arezzo la cui struttura è peraltro vicina al casello autostradale. Non esiste più un management che organizzi eventi, sarebbe il momento di dotarsene. Se l'alternativa è l'immobilismo credo che questa sarebbe una scelta ancor più peggiorativa. Questa amministrazione ci mette la faccia e si assume le sue responsabilità”.

Federico Scapecchi di Forza Italia ha puntato l'attenzione sul fatto che le fiere orafe sono garantite che resteranno ad Arezzo

“a proposito di ricadute territoriali, la bozza di accordo dà garanzie a che le fiere restino ad Arezzo. Fino a poco tempo fa, il Comune era il solo a navigare nella direzione del buon senso, quella che il sindaco auspicava fin dal 2017. Poi, in uno spirito di collaborazione è subentrata la Regione Toscana e ora abbiamo anche la Provincia, dopo le ultime elezioni. Questo è il primo passo ma se Arezzo Fiere e Congressi non cambierà... passo, tornando a essere un centro polifunzionale, incontreremo ancora difficoltà”.

Egiziano Andreani dela Lega ha individuato la problematica come lo specchio del passato.

Dobbiamo ovviamente guardare al futuro e dare credito a questa operazione, prefigurata dal sindaco già anni fa. Se Arezzo Fiere e Congressi fosse stato preso come punto di riferimento dalla Regione Toscana a tempo debito, forse non ci saremmo trovati in questa situazione. Dovremo essere bravi a stimolare Ieg a che organizzi nuovi eventi e per poterlo fare i soci di Arezzo Fiere e Congressi dovranno agire all'unisono. Se ognuno di noi, in questa città, fa la sua parte, risolleveremo le sorti di questa struttura”.

Luca Stella di Forza Italia ha chiesto di sapere se un direttore generale era presente nel nuovo piano industriale che sarà presentato domani dall'amministratore unico Sandra Bianchi.

“per Arezzo Fiere e Congressi siamo sull'orlo del burrone. La prima domanda che voglio porre è: nel piano industriale è previsto un direttore generale e con quale compenso? Credo che qualunque sia, sarà sempre maggiore degli stipendi dei dipendenti. Perché se procediamo a forza di sottrazioni di competenze, cosa resta da gestire alla struttura? Servirebbe un manager del genere? Se poi i debiti ammontano a 9 milioni di euro e da queste operazioni se ne incasseranno 5, ne resteranno 4. Mi pare una quota ancora consistente. Chi e come la ripianerà?”

Angiolino Piomboni di OraGhinelli ha risposta a Ralli sulla perizia giurata sul prezzo:

“in merito alla perizia citata da Luciano Ralli, ricordo che il prezzo è stato stabilito nel 2017. Questa amministrazione ha scoperchiato la verità su Arezzo Fiere e Congressi che veniva presentata come una società sana e invece sana non era. Stiamo parlando della sua sopravvivenza, garantendola con un flusso di entrate. Successivamente andrà gestita in modo diverso da come lo è stato fino a oggi”.

Il sindaco Alessandro Ghinelli ha chiesto un voto favorevole per avere il mandato da esprimere positivamente in assemblea dei soci.

“la delibera odierna sostanzialmente consente di accettare una proposta irrevocabile di acquisto con un anticipo nei tempi rispetto al 2017. Le due fiere in questione sono state già vendute a Ieg in quell’anno, senza che alcuno chiedesse perizie, e con delibere assembleari i cui contenuti il Comune di Arezzo conobbe a cose fatte, manifestando poi il suo dissenso. Grazie all'anticipazione di questo diritto in capo a Ieg, vengono riconosciuti 600.000 euro in più rispetto al prezzo convenuto nel 2017, cifra vitale per la sopravvivenza di Arezzo Fiere e Congressi. Perché a questo siamo arrivati, a causa della gestione pregressa, durante la quale la struttura ha accumulato un buco tale da consentire ai creditori di fare dichiarare, eventualmente, la situazione di insolvenza. Noi invece vogliamo  salvarla. E un modo è stato quello di concordare con Ieg l'anticipo del suo acquisto. Ricordo inoltre, era il luglio del 2015, quando organizzammo una conferenza stampa per rispondere ad alcune accuse lanciate all'assessore Merelli dall'allora presidente di Arezzo Fiere e Congressi. Fu in quella occasione che proposi la mia linea. A questa mi sono attenuto coerentemente, su di essa sono poi convenuti la presidenza della Provincia, grazie al cambio di gestione, e poi la Camera di Commercio. Dopo la svolta di quest'ultima, la Regione per la prima volta si è trovata in minoranza nella compagine societaria e allora ha cambiato rotta, accettando peraltro l'acquisto della collezione Oro d'Autore mantenendo a favore di Arezzo un vincolo di pertinenzialità, della qual cosa ringrazio qui come ho già fatto in precedenza il presidente Enrico Rossi. Alla parte politica che ha creato questa situazione debitoria, e che non mi voleva sindaco, chiedo un atto di umiltà e di votare a favore di questa delibera”. 

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