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Fiera Antiquaria. La proposta di Ralli: "Meno tasse per gli espositori"

"Le amministrazioni di sinistra e di centro sinistra non solo hanno collaborato alla nascita della Fiera ma l’hanno sempre sostenuta"

"Non solo il tempo ma anche le azioni amministrative stanno facendo sbiadire l’immagine della Fiera Antiquaria, Va scelta una strategia. Una possibile, quella che condivido, è riportarla con orgoglio sul podio delle manifestazioni aretine, una delle poche capaci di essere stabilmente nel dna della città".

Ad intervinere circa il tema della riqualificazione della Fiera Antiquaria è Luciano Ralli, consigliere di opposizione e capogruppo del Partito Democratico di Arezzo in consiglio comunale.

"Qualche numero per sostenere questa tesi. Data di nascita 1968 e un omaggio è dovuto a Ivan Bruschi.  E’ la manifestazione più conosciuta di Arezzo in Italia e all’estero. Se vogliamo fare calcoli approssimativi ma comunque indicativi, eccone alcuni: se moltiplichiamo 52 edizioni per 51 anni avremmo 2652 edizioni alla fine del 2019 per una media di 6000 persone a edizione. Possibile totale?  15 milioni di persone che hanno conosciuto e visitato la Fiera Antiquaria di Arezzo. Da un’indagine del 2008 (sindaco Fanfani e Nicchi presidente della Fiera), emerse che Arezzo era conosciuta in Italia più per la Fiera Antiquaria che per qualsiasi sua opera d’arte.

Le amministrazioni di sinistra e di centro sinistra non solo hanno collaborato alla nascita della Fiera ma l’hanno sempre sostenuta. La seconda amministrazione Fanfani modificò il regolamento dell’evento innalzando a 350 il numero degli espositori. L’amministrazione Ghinelli ha spostato la Fiera, storica manifestazione aretina, da piazza Grande per far posto alle baite del Tirolo ed ha sostanzialmente negato ogni nuovo aiuto alla Fiera limitandosi alle doverose attività burocratiche non sostenendo la fiera e i suoi operatori con iniziative che abbiano capacità attrattive nel corso dell'intero anno.

In questo modo, il futuro dell'Antiquaria è segnata ed è solo questione di tempo.

Così non deve essere. Non per rispetto al passato ma perché la Fiera è uno strumento di crescita economica per la città. Va quindi ricostruito un suo governo partecipato anche dagli espositori, autorevole, competente e autonomo dagli uffici comunali. E questo inserendo la Fiera tra gli eventi centrali per un marketing cittadino. Aprendo, contemporaneamente, una riflessione su presente e futuro delle Fondazioni create dal sindaco Ghinelli.

Nell’immediato gli espositori hanno bisogno di segnali di attenzione da parte del comune: ad esempio meno tasse per l’occupazione del suolo pubblico".

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