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Veneri (Fdi): "La Regione faccia rispettare la data di conclusione dei lavori per il ripristino della diga di Montedoglio"

Lo chiede una mozione di Fratelli d’Italia, approvata all’unanimità dalla Commissione Ambiente e Territorio

"La Regione Toscana si impegni affinché sia rispettata la data di fine dei lavori, prevista per la primavera del 2022, per il ripristino della diga di Montedoglio, tenendo costantemente informato il Consiglio regionale in merito alle tempistiche. La Regione valuti poi la possibilità di rivedere la connotazione giuridica del lago di Montedoglio, affinché possa prestarsi anche a fini turistici e sportivi, con evidenti ricadute economiche positive. Così come venga ancor meglio salvaguardato il patrimonio ittico e forestale del bacino di Montedoglio, attraverso studi approfonditi e dettagliati di flora e fauna, e interventi volti a valorizzare l’aspetto ambientale di questo lago, fiore all’occhiello nel panorama naturalistico toscano". Lo chiede una mozione di Fratelli d’Italia, approvata all’unanimità dalla Commissione Ambiente e Territorio, che vede primo firmatario il Consigliere regionale Gabriele Veneri. Mozione firmata anche dal Consigliere Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione.

La mozione è stata apprezzata e condivisa dalla presidente della Commissione Lucia de Robertis, che ha apposto la sua firma, e dal consigliere Marco Casucci, anch’egli firmatario.

Le segnalazioni sono arrivate dal territorio grazie a Giuseppe Carbonaro, vicepresidente del Circolo Fdi di Sansepolcro, e Laura Chieli, consigliera comunale e provinciale.

"Per la sua configurazione giuridica, Montedoglio è considerato un serbatoio di accumulo idrico e non invaso lacustre, e ciò ne inibisce numerosi utilizzi. Un cambio della connotazione giuridica permetterebbe di sfruttarlo in molteplici modi, da quello sportivo, turistico, ludico, ricreativo fino a quello polifunzionale-riabilitativo per vari tipi di disabilità e categorie fragili. Potrebbe essere rilanciato per renderlo appetibile per gli amanti degli sport acquatici (pesca sportiva, canottaggio, vela, sup, kajak, sci nautico…) e degli sport terrestri (ciclismo, running, yoga lacustre, trekking, campi da gioco per calcetto o beach volley, maneggi per l’equitazione), con un conseguente e garantito ritorno economico per il territorio circostante. Il bacino ha evidenti potenzialità anche in chiave turistica e potrebbe diventare un’attrazione per numerosi visitatori. Si potrebbero realizzare attività e opportunità di richiamo: zone di relax, isole di ristoro fai da te, gazebo, aree camping, dando un rilevante impulso anche alle filiere della gastronomia e dell’ospitalità locali (chioschi per la vendita diretta di prodotti alimentari tipici del luogo, bar, ristoranti, ostelli, b&b, alberghi, resort di salute e benessere, strutture per cerimonie ed eventi con vista lago). Infatti, con la pandemia è aumentata esponenzialmente la necessità di avere contatto con la natura, fare esperienze di sport o di socialità all’aria aperta, apprezzare il patrimonio ambientale e la bellezza naturalistica che ci circondano” fa notare Veneri.

“L’invaso di Montedoglio è anche divenuto a livello paesaggistico ed ambientale l’elemento dominante della Valtiberina Toscana. Si è ormai costituito come micro-ambiente, rappresentando l’habitat ideale per specie acquatiche, terrestri e volatili che fino a pochi anni fa erano completamente assenti nel territorio. Montedoglio è un’oasi preziosa e suggestiva dal punto di vista ambientale/naturalistico” sottolinea Veneri. 

"Il bacino di Montedoglio, situato nella provincia di Arezzo nei Comuni di Pieve Santo Stefano, Sansepolcro e Anghiari, è un bacino artificiale progettato nei primi anni settanta. È il lago più esteso della Toscana ed è circondato da monti, foreste e campi coltivati. Serve principalmente per rifornire la rete idrica della Valtiberina, per l’irrigazione e per regolare il flusso del Tevere ed evitare secche d’estate, e serve anche la Valdichiana aretina e senese. Il 29 dicembre 2010 crollarono circa 20 metri del muro che separa l’invaso dal canale effluente, dopo oltre 10 anni, sono terminati i lavori di demolizione e sono cominciati i lavori di ricostruzione del muro di sfioro della diga –ricorda Veneri- Al termine dei lavori, la quantità totale contenuta dalla diga sarà di 140 milioni di mc di acqua, 70 in più rispetto agli attuali 90 milioni massimi di capienza. La fine dei lavori di ripristino, avviati nel 2019, è prevista per la primavera 2022".

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