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Ex tabaccaia, Chiassai: "Illazioni"

Di seguito la replica del sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini in riferimento alla variante Ex Tabaccaia: “Non coglie nel segno, né preoccupa, il paventato invio della documentazione alla Procura, alla Corte dei Conti e agli enti di...

Di seguito la replica del sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini in riferimento alla variante Ex Tabaccaia:

“Non coglie nel segno, né preoccupa, il paventato invio della documentazione alla Procura, alla Corte dei Conti e agli enti di tutela ambientale, perché non alla Corte di Giustizia Europea – afferma il sindaco Silvia Chiassai Martini- se annunciate da parte di quelle espressioni politiche che, in passato, hanno dimostrato di non essersi astenute in presenza di interessi connessi. Contro illazioni infondate, devo chiarire che, come ho già detto in Consiglio comunale e confermato anche dai tecnici, ogni procedura è stata attivata nel pieno rispetto della legge, nel pieno diritto del privato (di chiedere una variante semplificata), attivando tutte quelle salvaguardie e garanzia prescritte dal Testo Unico degli enti Locali (TUEL) per evitare conflitti di interesse degli amministratori. Specifico che in tal senso, l’assessore, per piena correttezza e trasparenza, si è astenuto sempre dalla partecipazione a qualsiasi seduta di Giunta o di Consiglio comunale che riguardasse l’intervento su “ex Tabaccaia”. Venendo agli aspetti tecnici dell’atto urbanistico, mi preme sottolineare che: la variante (semplificata) ha comportato la modifica di elementi di dettaglio, finitura e arredo urbano che in nessun modo hanno inciso sul valore degli oneri per opere di urbanizzazione primaria dovuti al Comune. Anzi, come è stato ribadito in consiglio comunale, il valore delle opere realizzate dall’attuatore, anche a seguito della suddetta variante, “supera il doppio di quanto dovuto all’Ente”. Gli stralci e le proroghe dell’intervento non sono state concessioni della Giunta o del Consiglio, ma misure previste dalla legge, in particolare dal “Decreto Sblocca Italia” del 2014, e qui qualche ex amministratore dimostra memoria corta. La minoranza, peraltro, si ostina a non comprendere che non si tratta di una modifica inaccettabile, ma di un atto che ha ricevuto il parere di regolarità, sia in sede tecnica che giuridico-amministrativa, da parte degli uffici del Comune. Per quanto attiene al “decoro urbano”,si rammenta ai censori del corretto lavoro altrui, che il concetto, disciplinato dal recente D.L. 14/2017, concerne tutt’altra cosa rispetto a quanto ostentato.

Ricordo poi ai novelli censori che, taluno di loro, è fautore di quell’autentico obbrobrio che è l’ingresso alla città: uno svincolo tortuoso tra il Ponte Mocarini e la rotatoria della Coop.fi, con residenze e un vivaio strozzati in mezzo.

Mi ricordano i tecnici che l’approvazione di una simile variante è normale prassi e ho notato che, in passato, a suon di varianti, si sono stravolti piani attuativi, addirittura di iniziativa pubblica, dove ad opere faraoniche si sono sostituite le potature degli alberi.

Mi preme, soprattutto, chiarire con la cittadinanza, e questo è il principale motivo del mio odierno intervento, quali sono i termini della questione ambientale: il sito AR 2 Fonte Moschetta, in quanto sito ex industriale di attuazione successiva al 2006, è monitorato dalle Autorità preposte (Arpat, Provincia Arezzo, Comune, AIT, ecc.) che, riunite in Conferenza dei Servizi, hanno approvato nel 2015, dopo un lungo periodo di analisi e di caratterizzazione, un Piano operativo di bonifica che, finalmente, oggi è in fase esecutiva.

Proprio in virtù della mole dell’intervento, gli uffici comunali, e specifico con questa Amministrazione, hanno chiesto al privato un adeguamento delle garanzie finanziarie a tutela del completamento del ripristino ambientale.

Mi preme ribadire che quello di Tabaccaia è il primo, ed attualmente, unico intervento di riconversione in termini ambientali di un’area ex industriale, in tutto il territorio comunale; e Montevarchi è stata terra di stabilimenti industriali, in particolare di cappellifici. Anche qui, la minoranza solleva gli scudi dinanzi alla possibilità che la bonifica preceda per stralci: saranno gli enti preposti, non la Giunta o il Consiglio comunale, a deciderlo in presenza dei presupposti, tecnici ed ambientali, indicati dalla legge e dalle linee guida regionali.

Respingo al mittente e con forza, ogni insinuazione o supposizione di favoritismi o non opportunità delle scelte politiche di questa Amministrazione.

Qui ognuno ha agito nel rispetto della legge, dei propri ruoli e delle proprie prerogative. A ben altro ci hanno abituato i precedenti amministratori: abbiamo letto di assessori che partecipano alla giunta, votando a favore, in cui si delibera l'acquisto dal proprio coniuge di un immobile invendibile; amministratori che smontano una collina per farci una serra, con contributi regionali, senza che ciò produca ne' piante ne' occupazione, bensì solo il rischio geologico x la collina; società costituite in tutta fretta da familiari di amministratori per partecipare ad appalti, indetti da società partecipate; familiari, senza neppure le competenze professionali adeguate, piazzati nei vari consigli di amministrazioni; società gestite da familiari che fanno causa al comune per presunti incarichi svolti senza mandato.

Quindi, ribadisco e chiudo: respingo al mittente certe illazioni, certa cultura non ci appartiene”.

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