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Martedì, 16 Aprile 2024

Caso Macrì, FdI fa quadrato attorno al leader: "Accanimento contro di lui. Dagli alleati ci aspettavamo lealtà"

Lucacci: "Aspetti della delibera danno adito a varie interpretazioni. A nostro avviso dimostra che la prima nomina di Macrì a presidente era legittima e non ci sarebbe stato quindi l'abuso d'ufficio"

"Accanimento nei confronti di Francesco Macrì": Fratelli d'Italia fa quadrato intorno al leader aretino in seguito al provvedimento di Anac che ha portato alla decadenza della presidenza di Estra. Solidarietà ma anche attestati di stima arrivano a livello locale e regionale del partito, e non sono mancate parole roventi contro gli stessi alleati del centrodestra, accusati di aver visto nella vicenda un'occasione per crearsi nuovi spazi politici. In altri termini, come ha affermato il consigliere regionale Veneri, per accaparrarsi "una poltrona" mentre "siendono tutti sullo stesso divano".

“Fratelli d’Italia Arezzo e Regionale Toscana esprimono solidarietà a Francesco Macrì verso il quale non tolleriamo più questo accanimento. Siamo in rispettoso silenzio da più di due anni ma oggi, vista la tematica più giuridico amministrativa, non intendiamo più tacere su evidenti forzature. Macrì è tra i più validi dirigenti nazionali di Fdi e uomo che ha dimostrato grandi competenze manageriali. Non merita quanto gli sta accadendo” hanno dichiarato il presidente provinciale di Fratelli d’Italia Francesco Lucacci, il consigliere regionale Gabriele Veneri, ed il coordinatore regionale Fdi Fabrizio Rossi.

Ad fare un'analisi, non solo politica ma anche tecnica della delibera, è stato Lucacci. "Anac ci piomba addosso con 5 anni di ritardo ponendo questioni, ad oggi, surreali sostenendo principi giuridici originali come il “raffreddamento” a vita per Macrì. Al contempo, però, ha il pregio di ricondurre nel giusto alveo amministrativo la vicenda, su cui vi sono comunque diverse valutazioni di merito e possibili diversità interpretative. Ci dobbiamo chiedere: è una questione amministrativa o penale? E’ evidente che se la prima nomina è valida, come afferma Anac, non si può integrare l’abuso d’ufficio. Se tale nomina è valida, seguendo un ragionamento su l’assenza delle deleghe gestionali, l’assunto dell’autorità fa mancare un elemento costitutivo del presunto reato e pensare di dilatarlo fino ad estenderlo alle nomine successive è una forzatura. Le deleghe presunte gestionali sono state attribuite dal Cda e non certo dal Comune e qui siamo in assenza assoluta del dolo. Difficile, dunque, sostenere il teorema originale nonché la motivazione del Gup (nel caso Coingas, ndr) alla base del rinvio a giudizio per la nomina di Francesco Macrì a presidente di Estra” 

Gli esponenti del partito fanno poi quadrato attorno a Macrì e mettono in primo piano l'attività svolta nel periodo di presidenza: "Assieme al Cda di Estra ha svolto il suo lavoro con risultati straordinari e la sua nomina è stata utilissima all’azienda e al territorio per i notevoli risultati profusi in termini di visibilità, economici e sociali".

Delicata la questione politica, che va a intrecciarsi con le vicende giudiziarie e amministrative. "Sembra avere il sapore di una lotta tra poteri che non giova a nessuno e cozza con la realtà di un’ottima gestione. Quando arriveremo in fondo, vorremmo capire il costo effettivo di questo modo di terremotare la cosa pubblica e un’azienda importantissima che sta facendo bene, su questioni che afferiscono la punta del diritto, molto complesse e che qualcuno maneggia con il coltello più che con il bisturi”.

E poi le frecciate, non tanto al centro sinistra - parlano di "improvvidi commenti del Pd" - quanto dalle dichiarazioni delle forze politiche alleate. 

“Da loro - ha tuonato Veneri - ci aspetteremmo lealtà, capacità di comprendere gli accadimenti e i provvedimenti, non richieste di poltrone del tutto improprie. Chi pensa per Estra ad un avvicendamento, non solo non tiene conto delle cautele giuridico amministrative in atto, ma non comprende quanto siano necessarie adeguate competenze manageriali e vuole rinunciare in partenza alla forza territoriale e aziendale, raggiunta con la presidenza Macrì. Estra non è adatta per apprendisti professionisti, né per quelli stracotti. Sono un imprenditore e so quanto è complesso gestire un'azienda e quanti competenze sono necessarie. Per questo dico che Estra non può essere sottoposta ad appetiti di esponenti politici in cerca di affermazione o rilancio. Estra è una questione di rilevanza macro-regionale e nazionale e i soggetti deputati devono compiere le scelte più adeguate nell’interesse dell’azienda e del territorio in cui opera".

Poi un appello a Comune di Arezzo e Coingas affinché prendano una posizione netta nei confronti della delibera.

"Ci auguriamo, che oltre a Macrì e ad Estra, tutti i soggetti titolati scendano in campo, come Coingas e soprattutto il Comune di Arezzo, contro questa delibera che ha dei vizi concettuali da impugnare innanzi al Tar con immediata richiesta di sospensiva. C’è in gioco il profilo giuridico di Estra che non è definibile come un soggetto in controllo pubblico non solo perché non c’è controllo congiunto dei soci indiretti (il patto parasociale verte su nomine non sulla gestione dell’azienda) ma essendo Estra una società che fin dal 2016 ha emesso bond su mercati regolamentati è parificata ad una quotata per cui non può essere a controllo pubblico (secondo quanto stabilisce la legge Madia)".  

Infine la solidarietà a Macrì, definito "valido dirigente nazionale di Fdi e professionista che ha dimostrato grandi competenze manageriali, e consideriamo assurda e tardiva la vicenda che lo vede coinvolto. Non vorremmo che dietro l’attacco reiterato al Presidente Macri si celasse un attacco ad un’eccellenza Toscana, in un campo fortemente strategico, quale Estra è".

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