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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Estra, oggi il cda ad Arezzo. Fdi chiede che Macrì torni alla presidenza nel 2023

Anac, sentenza del Tar che rigetta i ricorsi, processo penale. Percorsi che si intrecciano. Amministrazione e politica. L'attuale cda di Estra scade nella primavera 2023 con l'approvazione del bilancio, in quel momento sarà "scongelata" la posizione di possibile presidente di Francesco Macrì

Si tiene oggi pomeriggio ad Arezzo un nuovo consiglio di amministrazione di Estra. Tra gli argomenti all'ordine del giorno, oltre all'analisi delle problematiche del settore energia, c'è anche la lettura e la valutazione delle motivazioni scritte dal Tar del Lazio nella sentenza con la quale ha rigettato il ricorso che Estra stessa aveva presentato contro la delibera dell'Anticorruzione che aveva dichiarato inconferibile l'incarico di presidente della multiutility a Francesco Macrì. L'organo amministrativo, presieduto adesso da Alessandro Piazzi e che ha come consigliere aretino il commercialista Giovanni Grazzini, è in carica fino alla primavera del 2023 quando andrà in approvazione il prossimo bilancio. In quel momento cosa succederà? I nuovi equilibri politici nazionali e locali, ma anche le sentenze che arriveranno entro l'inizio dell'anno sul processo Coingas/Estra, potrebbero fare la differenza sulle scelte. 

Le sentenze del Tar del Lazio

Il Tar del Lazio si è espresso, con sentenze datate 13 ottobre 2022, su tutti i ricorsi che riguardano questa vicenda. Li avevano presentati, oltre che personalmente lo stesso Macrì, anche il Comune di Arezzo, la partecipata Coingas ed Estra spa. Tutti sono stati respinti perché ritenuti infondati. A nulla sono valse le cinque spiegazioni portate a sostegno della nomina di Macrì a presidente di Estra avvenuta nel 2017. Così come aveva scritto Anac nella sua delibera del 10 novembre del 2021, così il Tar del Lazio ha ribadito alcuni principi giuridici e amministrativi, come il fatto che essendo stato consigliere comunale fino a pochi mesi prima in un comune con più di 15mila abitanti, Macrì non poteva essere nominato presidente di Estra. Infatti viene ribadito che si tratti di una società che va considerata di diritto privato ma sotto controllo pubblico, esercitato secondo Tar e Anac, dal Comune di Arezzo attraverso la partecipata Coingas spa, a sua volta socia di Estra, in funzione anche dei patti parasociali che erano in vigore all'epoca dei fatti, tra il 2016 e il 2017, che prevedevano appunto che la persona indicata da Coingas prendesse di fatto l'incarico di presidente di Estra.

Il giudice estensore delle sentenze, Agatino Giuseppe Lanzafame, cita alcuni casi in cui queste fattispecie si evincono anche da verbali di consigli di amministrazione e da una nota della Digos. "La nomina fu proposta dal sindaco di Arezzo nell'ambito di una riunione con i vertici regionali della coalizione", scrive il giudice del Tar riferendo la nota ricevuta dalla Procura di Arezzo. Poi ribadisce la natura della compagine di Coingas, che ha al suo interno "estrema frammentazione societaria della maggioranza assoluta" ... "che risulta sostanzialmente governata da un unico ente che da solo detiene la maggioranza relativa pari con il 45,17%" delle quote. E riporta anche un accenno al verbale dell'assemblea di soci Coingas del 23 agosto 2016 nel quale il Comune di Arezzo "si autoqualifica come socio di maggioranza."

Il processo Coingas/Estra

Potrebbe arrivare alla fine dell'anno o al massimo nel gennaio 2023 la sentenza di primo grado del Tribunale di Arezzo per il processo Coingas/Estra che vede coinvolti come imputati lo stesso Francesco Macrì, il sindaco Alessandro Ghinelli, l'assessore al bilancio Alberto Merelli e altre figure legate alla gestione delle due società nei periodi attenzionati dalla Procura di Arezzo per la nomina di Macrì alla presidenza di Estra e per le consulenze esterne pagate allo studio dell'avvocato Rason e a quello del commercialista aretino Cocci, che l'accusa considera non giustificate. Per ogni imputato l'assoluzione o la condanna, anche solo in primo grado, potrà avere delle conseguenze politiche o amministrative. Per il sindaco scatterebbe la sospensione dall'incarico di primo cittadino per 18 mesi in attesa dei prossimi gradi di giudizio e sarebbe la vicesindaca Lucia Tanti a farne le funzioni al suo posto. 

La nota di Fratelli d'Italia

All'indomani della sentenza del Tar del Lazio, Fratelli d'Italia ha preso posizione in difesa della nomina di Macrì e per chiedere ufficialmente che riprenda posto alla presidenza di Estra alla fine del periodo di raffreddamento (previsto di due anni dalla legge) che scadrà nei primi mesi del 2023. Fratelli d'Italia nel comunicato ribadisce che la nomina di Macrì sarebbe stata regolare quindi non avrebbe potuto produrre fattispecie di reato e dopo aver preso atto della sentenza del Tar che ha dato ragione all'Anac scrive nella nota ufficiale: "Fratelli d'Italia ribadisce il concetto che la nomina di Francesco Macrì del 2016 era regolare, con conseguente assenza dei presupposti dell'esistenza di alcun reato, e che invece per Anac la nomina/conferma del 2017, con delle deleghe, necessitasse del periodo di congelamento. Questo periodo di congelamento scadrà nei primi mesi del 2023. Tanto premesso, Fratelli d'Italia Arezzo ritiene che una volta che si sia compiuto questo periodo di congelamento, Francesco Macrì debba tornare alla presidenza di Estra dove molto bene ha operato, affinché questa società abbia il supporto di un valido manager, profondo conoscitore del settore, e possa affrontare al meglio le difficili sfide che si prospettano alla multiutility Estra".

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