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“Il nostro patto: una mobilità ed una città a misura d’uomo, non di auto”

Il candidato sindaco per il Comune di Arezzo, Daniele Farsetti, presenta la propria proposta per quello che riguarda la mobilità sostenibile

"L'assetto attuale della mobilità in centro e tra Arezzo e le frazioni ed i comuni limitrofi ha un solo grande protagonista: l'automobile. Dobbiamo invertire questa tendenza per molti motivi: garantire a tutti parità di accesso alla mobilità, liberare gli spazi pubblici dall'assedio delle auto private, tutelare la salute di tutti i cittadini, anche quelli che non possono scegliere di andare ad abitare nel verde fuori città".

Sono queste alcune delle considerazioni da cui parte l'intervento di Daniele Farsetti, candidato alla poltrona di sindaco per il Comune di Arezzo con la lista civica Patto per Arezzo. 

"Le implicazioni delle scelte sulla mobilità riguardano ambiente, salute, accessibilità. Di conseguenza sono i tre obiettivi generali da tener sempre presente nella pianificazione della mobilità urbana: mobilità sostenibile, mobilità sicura (dolce), mobilità per tutti.

Non possiamo pensare ad una mobilità diversa, a misura d’uomo, meglio se di bambino, se questa non è disegnata insieme ad una rinnovata visone urbanistica. Una città diffusa e non concentrata in poli specializzati (industria, scuola, commercio, burocrazia), rendendo i quartieri e le frazioni solo luoghi in cui trascorrere la notte, un modello che, nei fatti, costringe all’uso dell’automezzo privato, che, anche in questi primi giorni di scuola, sta mostrando quanto inefficiente e alienante possa diventare.

Pensiamo ad una città come un luogo dove possano convivere attività umane diverse tra loro ma complementari, dove si possa accompagnare il figlio a scuola, a piedi o in bici, e poi contestualmente andare al lavoro, tornare a casa per pranzo, assistere i propri cari. Questo sarebbe un vero guadagno in termini di qualità della vita.

In questi anni le amministrazioni che si sono succedute, sia di destra che di sinistra, hanno proceduto senza una chiara direzione, alternando interventi positivi (ZTL, ciclabili…) ad interventi disastrosi (Parcheggio Baldaccio, ciclabile di via Calamandrei). Se da una parte si diceva di voler andare verso una mobilità sostenibile, dall’altra Ghinelli progettava la chiusura a nord della tangenziale, distruggendo irrimediabilmente la zona agricola, ancora pressoché intatta.

Il nostro obiettivo è privilegiare la mobilità dolce, creare una rete di parcheggi scambiatori su cui chi proviene dai comuni limitrofi o dalle frazioni abbandoni l’auto privata, evitando di sommare traffico nei quartieri cittadini, e passi alla mobilità dolce oppure a quella pubblica o condivisa, pedonalizzare aree sempre più cospicue della città, sia centrali ma anche nei quartieri al di fuori del centro storico".

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