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"Dalla donne forza alle donne". Riflessioni sull'8 marzo

"Noi donne della Conferenza Democratica di Arezzo vorremmo che l’8 Marzo non fosse celebrato come il  giorno della mimosa ma che sia il giorno dove fermarci a riflettere su cosa abbiamo perso e su cosa ci manca da conquistare"

Le riflessioni sull'8 marzo del coordinamento Donne Democratiche Arezzo.

L’8 Marzo è la Giornata internazionale dei diritti della donna per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo. Spesso nell'accezione comune, viene erroneamente definita come Festa della donna anche se è più corretto Giornata internazionale della donna poiché la motivazione non è la festa, ma la riflessione.

E noi, giustamente, ci vogliamo fermare a riflettere sulla situazione delle donne prima in Italia e poi nel mondo. In Italia come ben sappiamo sono state le donne che hanno perso per prime il lavoro durante la pandemia e chi ha potuto lavorare lo ha fatto dribblando fra bimbi da accudire e lo smart working. Benché le donne siano più preparate, studino di più con voti migliori, svolgono lavori meno retribuiti e raramente occupano posti apicali. Sono le donne quelle costrette a rinunciare nel momento in cui bisogna scegliere fra lavoro e cura dei familiari. E sono sempre loro le prime vittime quando una società è poco inclusiva e poco attenta ai bisogni delle persone, come sanità, scuola, doposcuola.

Ma le donne sono anche le prime che si stanno mobilitando contro il cambiamento climatico: Greta Tumberg,  Luisa Neubauer.  Txai Suruí (attivista per il clima nella foresta amazzonica) , Alexandria Villasenor. Helena Gualinga. In Italia siamo ottimamente rappresentate da Federica Gasbarro, che a soli ventisei anni ha rappresentato l’Italia alle Nazioni Unite; Maria Sole Bianco, biologa marina, punto di riferimento nazionale e internazionale per le politiche legate alla tutela dell’ambiente marino e allo sviluppo sostenibile; Caterina Sarfatti, attivista esperta di sviluppo urbano, politiche ambientali locali e politiche internazionali su migrazione e clima; Sara Segantin che ha venticinque anni ed è scrittrice, comunicatrice scientifica e alpinista, una delle fondatrici di Fridays for Future in Italia e ambasciatrice della Mediterranean Sea Foundation.

Una riflessione sul resto del mondo è terribilmente triste: ci sono donne in paesi in guerra, che devono lottare giornalmente per trovare il cibo per i propri figli, spesso diventando vittime di violenza sessuale e anche merce  di scambio.  Ci sono poi donne che sono ormai completamente invisibili, che muoiono in casa perché non possono uscire senza uomini, che non hanno nessun diritto, neanche quello di mostrare il proprio viso come in Afganisthan.   Ci sono donne che lottano anche sacrificando la propria vita per poter essere libere, che non hanno più paura di avere paura, parole dell’attivista iraniana Pegah Moshir Pour.

Dobbiamo anche soffermarci sulle  quelle donne che, nella speranza di una vita migliore per se stesse e per i propri figli, percorrono un viaggio di chilometrici nel deserto o attraverso  montagne, per poi navigare su barche di fortuna, pur di sperare di poter vivere una vita degna di tale nome a costo di morire di sete, fame, freddo,  violenza o annegate senza soccorso.

Noi donne della Conferenza Democratica di Arezzo vorremmo che l’8 Marzo non fosse celebrato come il  giorno della mimosa ma che sia il giorno dove fermarci a riflettere su cosa abbiamo perso e su cosa ci manca da conquistare per camminare in un mondo dove una donna sia si diversa dall’uomo per le proprie specificità, ma dove il cammino sia alla pari sia nei diritti che nei doveri, siano essi impliciti che espliciti.

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