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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Terranuova Bracciolini

Discarica Podere Rota. Ghezzi: "Inquinamento falda. L'amministrazione non è intervenuta"

"Abbiamo richiesto una valutazione del rischio sanitario da effettuarsi mediante un serio studio epidemiologico dell’impatto sanitario della discarica sulla popolazione residente, riguardante retrospettivamente almeno 10 anni"

Il consigliere Mario Ghezzi, portavoce di minoranza in consiglio comunale a Terranuova Braccilini, interviene circa i risultati ottenuti nell'ultima indagine condotta da Arpat in merito alla discarica di Podere Rota. Contestualmente, l'esponente del centrodestra, sollecita l'amministrazione comunale. 

Dobbiamo tornare sul tema della discarica di Podere Rota. Non solo per le affermazioni, inesatte ed evidentemente proditoriamente interessate, che vengono rilasciate riguardo "all'inevitabile” aumento delle tariffe ed alla possibile emergenza rifiuti ma, soprattutto a seguito delle importanti, definitive, recentissime conclusioni dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpat) che confermano e rimarcano ancor più le criticità, già più volte evidenziate, al riguardo della gestione dell’impianto Csai di Podere Rota. Discordanze e inaffidabilità dei laboratori del gestore, inosservanza dei rilievi e delle misure regionali prescritte. Inoltre particolare riferimento ed attenzione all’inquinamento della falda con riscontro di contaminanti in quantità eccessive, ben sopra il valore soglia (nitriti, metalli, manganese, ammoniaca, arsenico etc.). Sulla base di questi rilievi, all’accertamento di concentrazioni indicative di potenziale contaminazione, il dipartimento Arpat di Arezzo, ha provveduto quindi ad avviare la notifica di contaminazione a tutte le amministrazioni interessate, affinché provvedano con ordinanza alla conseguente diffida al responsabile della contaminazione. A fronte di questa colpevole persistente inerzia dell’amministrazione del Comune di Terranuova Bracciolini, sino alla negazione del problema e di relativi interventi, anche negati con fantasiose interpretazioni, vogliamo ancora ribadire il nostro punto di vista, come recentemente espresso nel corso della audizione generale dell'inchiesta pubblica. Questo dobbiamo alla popolazione, rendendo chiari i nostri obiettivi. Abbiamo richiesto una valutazione del rischio sanitario (in primis per malattie cancerogene, cardiocircolatorie, delle vie respiratorie), da effettuarsi mediante un serio studio epidemiologico dell’impatto sanitario della discarica sulla popolazione residente, riguardante retrospettivamente almeno 10 anni. Tale studio, già effettuato in passato in aree vicine, standardizzato anche a livello provinciale e regionale, pertanto di effettiva attuazione, è il solo modo per evidenziare, e nel caso allontanare ogni possibile paura e dubbio sul possibile danno sanitario. Ogni obiezione al suo svolgimento risulterebbe pertanto speciosa, faziosa e quanto mai sospetta". 

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