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Dindalini su fusioni in Casentino: “è necessaria una logica istituzionale"

E' il segretario provinciale del Partito Democratico, Massimiliano Dindalini, ad intervenire circa la questione riguardante la fusione dei Comuni del Casentino. Di seguito riportiamo la sua dichiarazione.   "Bene la vivacità, male la...

E' il segretario provinciale del Partito Democratico, Massimiliano Dindalini, ad intervenire circa la questione riguardante la fusione dei Comuni del Casentino.

Di seguito riportiamo la sua dichiarazione. "Bene la vivacità, male la confusione politica. Il tema delle fusioni appassiona, almeno da 4 anni, il Casentino. E questo da quando fu proposto il Comune Unico di vallata e il Pd rispose con una proposta alternativa basata su quattro realtà: Bibbiena e tre nuovi comuni frutto delle aggregazioni in alto, medio e basso Casentino. Da allora si sono alternati atti istituzionali, petizioni, raccolte firme. Con accelerazioni improvvise e bruschi dietrofront. Tra i protagonisti anche un consigliere regionale che fa indossare agli altri i suoi vestiti politici: lui, che sostiene o contrasta le fusioni in relazione agli input del Comune di Bibbiena, accusa il Pd di piegare ai suoi interessi elettorali le scelte istituzionali. In realtà e al di là delle polemiche strumentali, oggi abbiamo sul tavolo due opzioni. Un gruppo di cittadini ha raccolto firme e portato all’ordine del giorno della Giunta regionale la fusione tra Bibbiena, Ortignano e Chiusi della Verna. Ci sono poi i Consigli comunali di Castel Focognano, Chiusi della Verna e Chitignano che hanno approvato, senza un voto contrario, la loro fusione. Due opzioni, molte polemiche. Qualcuno dice che vanno portate in fondo le “fusioni dal basso”. Qualcuno aggiunge che vince “chi arriva prima”. Personalmente penso che quando si fanno scelte istituzionali, è necessario utilizzare approcci istituzionali. Un criterio va adottato. Può essere quello della democrazia diretta? Può essere quello della competizione temporale? Legittimi, senza dubbio. Ma se li applichiamo, allora diciamo anche (per conseguenza e per coerenza) che i Consigli comunali, eletti dai cittadini e base della nostra (dell’Italia e non del Pd) democrazia rappresentativa sono delegittimati. Non contano tutti i cittadini dei tre comuni che hanno eletto i loro rappresentanti ma una quota assolutamente minoritaria che ha sottoscritto una richiesta. Se poi questa richiesta arriva a Firenze, contemporaneamente alle tre delibere istituzionali, il gioco è fatto. Non penso che sia così. Sarà naturalmente la Regione Toscana a decidere e lo affermo di nuovo in base al rispetto della logica istituzionale. Comunque il pensiero del Pd provinciale è chiaro e mette i Comuni e le loro decisioni al primo posto. Se poi verrà deciso che nulla contano, allora nessuno si lamenti della disaffezione al voto e della crisi del rapporto tra cittadini e istituzioni".

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