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Dindalini e Caneschi: "Ghinelli? Linguaggio antico da destra storica"

"C’è un forte odore di muffa nelle linee programmatiche del sindaco Ghinelli". Così si esprimono i segretari comunali e provinciali del Pd di Arezzo Alessandro Caneschi e Massimiliano Dindalini. "Un linguaggio antico, quello della destra...

"C’è un forte odore di muffa nelle linee programmatiche del sindaco Ghinelli". Così si esprimono i segretari comunali e provinciali del Pd di Arezzo Alessandro Caneschi e Massimiliano Dindalini.

"Un linguaggio antico, quello della destra storica. Un florilegio di ricordi sul “come eravamo”, tipico della destra nostalgica. Un pirotecnico elenco di aspirazioni moderne, proprio della destra 2.0. Tutto il resto, purtroppo, è il vuoto. Impossibile intuire quale concreta strategia amministrativa, quali azioni immediate, quali reti di relazioni e collaborazioni. Ad aggravare la situazione una logica da cittadella medievale, “assediata” dall’ area vasta, dalla Regione e dal Governo. E una scelta di “prevenzione”: qualsiasi cosa non farà o farà male, la Giunta di destra dirà che la responsabilità non è sua ma di altri. Prima lo “scudo” dei conti ereditati dall’Amministrazione Fanfani. Visto che si è dimostrato di cartone leggero, ecco il muro con le presunte responsabilità della Regione e del Pd. Lo slogan che la giunta Ghinelli tenta di accreditare è la mitica frase di Burt Simpson: “I didn't do it” cioè non sono stato io.

Ghinelli ha liquidato in poche righe la crisi economica internazionale. 9 linee di testo contro le quasi tre pagine dedicate alle amministrazioni precedenti (ma solo a quelle di centro sinistra)". Non un cenno ai sette anni di governo di centro destra, del quale l’attuale sindaco Ghinelli è stato assessore di forte peso. Governo caratterizzato da carcerazioni, vicende giudiziarie e da una conclusione a tutti nota. E da scelte amministrative, quali quelle in tema di urbanistica ed edilizia, che hanno determinato una vera e propria “bolla” del mattone con tutti i problemi che ne sono derivati. caneschi-alessandroLa città, infine, viene presentata come “bella, industriosa, duttile”. Il disegno politico finale sembra uno di quelli che si possono ammirare alle pareti delle scuole: una bella principessa, minacciata dall’orco cattivo e salvata dal “civico” principe azzurro. Una domanda: Arezzo merita un governo che ragiona in questo modo? Le cinque aree strategiche, che dovrebbero essere i concreti riferimenti dell’azione amministrativa, sono semplici elenchi di aspirazioni che possono essere, nella quali totalità, condivise da chiunque: aumentare la sicurezza, ridurre la burocrazia, valorizzare il patrimonio artistico, migliorare il decoro urbano, rinnovare l’immagine di Arezzo, puntare sull’innovazione e via di seguito sull’autostrada dell’ovvietà. Governare non è fare l’elenco delle aspirazioni ma scegliere, dire cosa si può fare e cosa non si può fare. Queste scelte non si leggono nelle linee programmatiche della Giunta Ghinelli".

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