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Dal Job's Act, alla Buona Scuola. Ecco gli otto quesiti referendari di Arezzo Possibile

Sono in tutto otto i quesiti referendari presentati da Arezzo Possibile. Dal Job's Act, alla Buona Scuola. Dall'Italicum allo Sblocca Italia. La campagna è già partita da qualche tempo e chiama a raccolta tutti i cittadini della provincia e non...

Sono in tutto otto i quesiti referendari presentati da Arezzo Possibile. Dal Job's Act, alla Buona Scuola. Dall'Italicum allo Sblocca Italia.

La campagna è già partita da qualche tempo e chiama a raccolta tutti i cittadini della provincia e non solo.

Già perché l'iniziativa non ha ovviamente soltanto carattere locale ma bensì nazionale.

"Vogliamo garantire a tutti la possibilità di cambiare davvero questo Paese - ha sottolineato la portavoce di Arezzo Possibile, Valentina Torri - le motivazioni che hanno spinto uomini e donne ad unirsi per questa causa comune sono proprio queste. Vogliamo che ognuno eserciti la propria sovranità su chi governa la nazione".

La finalità è quella di riuscire a raccogliere entro la fine di settembre il maggior numero di firme possibile in modo tale da presentare a Roma il pacchetto contenente i quesiti referendari.

"Otto i quesiti che vi poniamo (e ci poniamo) e che abbracciano quattro grandi temi - fanno sapere da Arezzo Possibile - la democrazia e la sovranità popolare, la riconversione ecologica dell’economia, la tutela dei diritti dei lavoratori, la tutela della docenza e dell’apprendimento. Temi che affrontano e mettono un freno alle storture legate alla riforma elettorale, al Jobs Act, allo Sblocca Italia e le grandi opere, alla riforma sulla scuola.

Temi che affrontano e mettono un freno alle storture legate all’Italicum, al Jobs Act, allo Sblocca Italia, alla Buona Scuola.Tre grandi temi, divisi in otto quesiti, per un’unica grande campagna che vi proponiamo di portare avanti insieme, ognuno col suo contributo: chi (come detto) con la sua firma, chi mettendosi a disposizione per i banchetti e la raccolta firme, chi tra le tante persone di buona volontà nelle nostre istituzioni per autenticare queste firme. La formula è quella dell’uguaglianza, contenuta nel nostro simbolo, ma non vogliamo mettere il cappello su una campagna che consideriamo di tutti e che a tutti si rivolge. Nessuna volontà di protagonismo, mettiamo a disposizione la nostra organizzazione. Nessuna paternità, se non la proposta di provarci. E nessuna primogenitura. Sarebbe bello se i ‘progenitori’ fossero diversi e fossero più di un milione di cittadine e cittadini liberi".

Insieme a Valentina Torri, presenti in prima fila anche Elena Alberti, Angelo Camardo e Daniele Farsetti.

"Voglio fare una considerazione politica - ha sottolineato Farsetti - Questo referendum potrebbe diventare un banco di prova per il Governo Renzi. Qui vengono messe in discussione tutte le riforme che sono state approvate di recente. Se dovesse verificarsi una cosa del genere forse, il Premier e la sua squadra dovrebbero porsi alcune domande circa la volontà espressa dagli italiani".

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