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Giani conferma D'Urso all'Asl sud est. Tanti: "Pronti i nomi, le altre nomine devono rispettare anche Arezzo"

La guida dell'Asl Toscana sud est, oltre che dal direttore generale, è composta anche da quello amministrativo e dal direttore sanitario. Le istituzioni aretine rivendicato che il territorio sia rappresentato

Il 7 aprile scorso il governatore della Toscana Eugenio Giani ha di fatto confermato Antonio D'Urso alla guida dell'Asl Toscana sud est. Si tratta del secondo mandato, dopo la prima nomina arrivata nel 2019 come successore di Enrico Desideri. Di area senese, appena sessantenne, D'Urso resterà in carica per altri 3 anni.

Affinché questo divenga ufficiale, di fronte a lui ci sono due passaggi formali, quello nella conferenza dei sindaci che è in fase di organizzazione e che dovrebbe tenersi il 21 aprile e poi il passaggio della nomina nella commissione sanità della Regione. Questi due organi sono tenuti a esprimere un parere però non vincolante. Resta comunque il fatto che l'orientamento stesso dei sindaci delle tre province era già in questa direzione, volto alla conferma di D'Urso. 

Nomi aretini sul tavolo per un ruolo da direttore

“Se da una parte apprendiamo della riconferma del direttore generale, dall'altra non possiamo non segnalare che le altre due caselle strategiche oggi sono entrambe di area senese. Ecco, una delle due spetta ad Arezzo: o la direzione sanitaria o quella amministrativa" tuona la vice sindaca Lucia Tanti che aggiunge: "Per questa ragione il sindaco Ghinelli in quanto primo cittadino del Comune capoluogo, dopo la pausa pasquale, chiederà un confronto perché Arezzo abbia ciò che le spetta. Se da qualche tempo si registrano segnali di maggior attenzione verso Arezzo in termini di investimenti e risorse - e questo è il risultato incontestabile del lavoro di pressing continuo che insieme al sindaco abbiamo sempre fatto - resta sul tavolo con assoluta urgenza la necessità di riequilibrare l'assetto di vertice della Asl sud est. Ora questa è la partita che intendiamo giocare alla luce del sole e a viso aperto, in piena trasparenza e senza troppi giri di parole. Arezzo si merita spazi e ruoli di vertice e non intendiamo fare passi indietro. Quanto ai nomi, li abbiamo e siamo certi che sarà molto difficile dirci di no. E su questo ci aspettiamo che anche la sinistra aretina faccia gli interessi di Arezzo e non quelli di Firenze”, dichiara la vicesindaca Tanti.

I nomi ancora non sono svelati. Si tratterebbe di profili di comprovata esperienza e professionalità, figli del territorio aretino che dovrebbero completare la squadra che D'Urso comporrà dopo che la nomina diverrà ufficiale. L'amministrazione di Arezzo si presenterà all'appuntamento con più di un nome sul tavolo. 

"Se il San Donato ‘vola’ e oggi è tra i primi 30 ospedali in Italia e il secondo in Toscana, staccando anche le cliniche universitarie a cui molte attenzioni si sono dedicate, è merito di medici e operatori sanitari: la politica, tutta, è bene che di questo sia consapevole. Questa è la premessa di ogni ragionamento e da qui si parte" spiega Lucia Tanti che è anche assessore alla sanità, per poi ribadire la proposta concreta. "A questa eccellenza che Arezzo si è guadagnata sul campo grazie ai propri medici, infermieri e operatori sanitari, deve però seguire un segnale dalla Regione e il segnale che ci aspettiamo è chiaro: più peso nell'assetto della Asl sud est".

Su questo tema si sono espressi anche Mauro Seppia e Angiolo Agnolucci con una dura presa di posizione nei confronti di quanto fatto finora: "Come più volte ribadito, la provincia di Arezzo, con i suoi 360.000 abitanti, avrebbe dovuto avere circa il 45% degli investimenti destinati dalla Regione alla macro Asl. Tuttavia, negli ultimi sei anni non è mai stato superato il 25%. E’ bene ribadire che questo dato non è imputabile alla Regione, ma alla sciatta politica aziendale e alla direzione sanitaria di estrazione senese che non ha vigilato sui flussi di investimento, sulle nomine dei direttori di dipartimento e sull’ innovazione tecnologica."

"Per noi il primo vero male resta l'Aslona e continueremo a ribadirlo - spiega infine Lucia Tanti che critica il legame non virtuoso che ci sarebe stato secondo lei in passato tra il Pd locale e quello regionale - e di conseguenza c'è il problema delle nomine sulle quali in questo momento vogliamo incidere. Intanto siamo passati da un periodo in cui le istituzioni aretine vivevano con la Sindrome di Stoccolma nei confronti della Regione Toscana, nel senso che ci facevano del male e gli si diceva grazie, a una dialettica più aspra che dal 2015 in poi ha portato anche dei risultati."

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