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Confcommercio sulla fusione dei comuni in Casentino: "Un’occasione positiva anche per le imprese"

La fusione dei Comuni di Bibbiena, Castel Focognano, Chitignano, Chiusi della Verna e Ortignano Raggiolo rappresenta una bella opportunità anche per le attività economiche. Ne è convinta la Confcommercio: “finalmente sparirebbero quelle differenze...

La fusione dei Comuni di Bibbiena, Castel Focognano, Chitignano, Chiusi della Verna e Ortignano Raggiolo rappresenta una bella opportunità anche per le attività economiche. Ne è convinta la Confcommercio: “finalmente sparirebbero quelle differenze, a volte davvero paradossali, che ora obbligano le imprese a pagare diverse tariffe e a rispettare diverse regole nel raggio di pochi chilometri di distanza”, sottolinea iI presidente della delegazione casentinese di Confcommercio Adelmo Baracchi, “il nostro sogno sarebbe stato quello di un Comune unico per tutta la vallata, ma visto che è sfumato perché forse i tempi non erano maturi, ci accontentiamo di passi più piccoli come quello proposto dal prossimo referendum a cui i cittadini dovranno partecipare. L’esempio di quanto successo dopo la fusione di Pratovecchio e Stia ci conforta e ci fa ben sperare”.

“Da molto tempo”, prosegue Baracchi, “la nostra associazione di categoria, insieme a quelle degli altri settori, lotta per avere regole uguali per tutte le imprese e un unico interlocutore a cui rivolgersi per la concertazione delle strategie di sviluppo. Si eviterebbero sperequazioni e si renderebbe molto più efficiente la governance del Casentino, oltre che più rapide le decisioni e gli interventi. Come è ora, la politica amministrativa ha tempi sempre troppo lunghi rispetto a quelli che il mercato impone alle imprese. Perdere il passo e la competitività è purtroppo molto più di un rischio per le nostre aziende, che in questi ultimi anni hanno scontato una progressiva marginalizzazione”.

A questo si aggiunge l’opportunità che dopo la fusione arrivino sul territorio nuovi finanziamenti da parte della Regione Toscana: “sono soldi che, come è avvenuto nel caso del Comune di Pratovecchio-Stia, possono servire a riqualificare i nostri borghi e per dare contributi a chi vuole aprire o rinnovare la propria attività. A chi non vuole questa unione chiedo: e se poi, fra qualche anno, venisse fuori una legge che obbliga i Comuni ad unirsi, magari senza alcun contributo? Sarebbe da mangiarsi le mani…”.

Il referendum è solo consultivo, sarà la Regione poi ad avere l’ultima parola sulla questione. “Speriamo che, al di là del risultato del referendum, la Regione sappia vedere qual è il meglio per la nostra vallata”, sottolinea il presidente della Confcommercio casentinese, “dobbiamo superare il campanilismo e guardare oltre al futuro del Casentino. L’unione dei Comuni non cancella la nostra storia né le tradizioni, semmai snellisce una macchina burocratica che ora ci costa troppo e rende faticoso perseguire lo sviluppo”.

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