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"Città meno sicura e che non controlla il fenomeno dell'integrazione". Pd attacca la giunta sulla coesione sociale

Giudizio negativo sulla giunta Ghinelli da parte del gruppo consiliare del Pd. La chiusura della Casa delle Culture e l’abbandono della gestione diretta dei migranti tramite la Fraternita dei Laici renderà la città più insicura dicono intanto i...

Giudizio negativo sulla giunta Ghinelli da parte del gruppo consiliare del Pd.

La chiusura della Casa delle Culture e l’abbandono della gestione diretta dei migranti tramite la Fraternita dei Laici renderà la città più insicura dicono intanto i consiglieri Matteo Bracciali e Alessandro Caneschi. Sfaccettature di politiche sociali inadeguate che riguardano anche la lotta alle ludopatie secondo Donato Caporali. Coesione sociale che arretra è il focus di Barbara Bennati che punta il dito sulla gestione della Casa Diritta e il continuo passaggio di servizi che prima erano gestiti dal personale formato del Comune di Arezzo ai privati. Così è stato per il servizio di mediazione familiare e i progetti di prevenzione del bullismo nelle scuole.

I vari punti sono stati trattati in conferenza stampa a distanza di pochi giorni dall'ultimo consiglio comunale:

"Nell'ultimo Consiglio Comunale, il terzo consuntivo della Giunta, documento molto importante dal punto di vista amministrativo perché permette di confrontare quello che è stato fatto a fronte di quello che si era promesso di fare, dimostra che a fronte di qualche marciapiede e di un cantiere mal realizzato, quello degli archi vasariani, l'amministrazione si dimostra inconcludente. Cominciamo così da oggi un percorso di iniziative con il quale vogliamo puntualizzare alcuni aspetti e criticità, dal sociale all'urbanistica, ai quali dedicheremo incontri con la stampa e soprattutto con i cittadini”" ha detto in apertura il capogruppo Luciano Ralli.

"“Con la querelle Casa delle Culture - – ha rilevato Matteo Bracciali -– lo straniero è tornato al centro del dibattito politico. Ancora una volta artificiosamente, come dimostrano altri frangenti in questi anni. Volta per volta sono subentrati i minori non accompagnati, poi la Fraternita e ancora Saione. La Casa delle culture era nata per sostenere proprio un'idea di integrazione e sicurezza: una filosofia che è stata smantellata. E a fronte di scelte del genere avremo una città meno sicura e un centrodestra che potrà continuare ad agitare lo spauracchio di migranti e richiedenti asilo. La città abdica così dal suo ruolo di spazio d'incontro e conoscenza reciproca”."

“Dal 1435 sulla facciata di palazzo di Fraternita c'’è l’'immagine di una Madonna con un grande manto, opera scolpita da Bernardo Rossellino. Per noi sotto quel manto ci sono tutte le persone che abitano e vivono ad Arezzo: queste parole sono state pronunciate da Pierluigi Rossi, persona di grande sensibilità e cultura e che purtroppo oggi si trova vittima dei veti che arrivano da Palazzo Cavallo.

"Mesi fa –- ha poi ricordato Alessandro Caneschi -– il consigliere comunale Bardelli aveva presentato un atto di indirizzo con il quale chiedeva che la Fraternita non partecipasse a bandi di accoglienza di migranti. Quell'atto di indirizzo venne bocciato, oggi invece la sovranità del Consiglio Comunale è stata calpestata da una scelta di Giunta che vi si è adeguata. Avremo più sicurezza con la Fraternita che rinuncia a un ruolo simile? No. La politica e dunque l'amministrazione dovrebbe dimostrare impegno nella gestione dei flussi migratori, magari impiegando i richiedenti asilo in lavori socialmente utili. Solo un accenno sulle opere pubbliche tanto sbandierate in questi giorni e che saranno oggetto del prossimo focus: il finanziamento di una parte della rotonda di via Fiorentina è legato alla vendita di un'immobile supervalutato. Figuriamoci che tipo di entrata potrà essere garantita in un momento di mercato immobiliare come l'attuale. Se quella rotonda era una priorità doveva essere finanziata con risorse proprie”."

"La deriva del welfare locale è preoccupante. - ha detto Barbara Bennati - La spesa sociale pro capite del Comune è 83 euro a fronte dei 128 della media toscana: parliamo di quello che l'amministrazione spende per famiglie, minori, disabili e anziani. È evidente che dati di questo tipo generano incremento delle disuguaglianze, crisi del modello di coesione sociale e aumento delle presenze agli sportelli della Caritas. Alcuni dati: il Comune di Arezzo ha tagliato 50 posti alle scuole dell'infanzia e 9 agli asili nido. Alla mia interrogazione su questo aspetto mi è stato risposto dall'assessore Tanti che nel frattempo sono state fatte più di 15 assunzioni. Non capisco il nesso. Se poi mi si risponde che non ci sono domande, forse bisognerebbe interrogarsi sulla qualità dell'offerta educativa: non sarà questo che porta a minori domande? La prossima chiusura di un centro di accoglienza per minori porterà alla soppressione di risposte che questa città ha storicamente offerto. Veniamo al servizio di mediazione familiare garantito presso la Casa Diritta: qui tale servizio, molto apprezzato anche dal tribunale, si svolgeva con personale qualificato del Comune di Arezzo. Adesso al suo posto è stato aperto uno sportello a seguito di un protocollo di intesa con l'ordine degli avvocati che lamenta un'utenza pressoché inesistente. Sempre alla Casa Diritta, una risorsa umana prima impiegata per collaborare con le scuole in progetti di prevenzione del bullismo e dell'abuso di internet è stata destinata ad altro incarico. Al suo posto c'è un esperto incaricato che ovviamente non lavora gratis. Un altro fatto: gli incontri protetti tra familiari e minori ospiti in comunità sono stati interrotti per mesi con grave danno per la fragilità già accentuata di questi soggetti. Il protocollo di intesa con il coordinamento Affid.Ar è rimasto lettera morta, il disagio giovanile è stato affrontato in due incontri sollecitati da un nostro atto di indirizzo, poi è sparito dai radar. Infine i casi gravissimi di bambini in carico ai servizi sociali che vanno incontro a incidenti: come si può dire che sono episodi che non dipendono dal Comune, come dice l'assessore Tanti? Chi vigila su queste strutture? Solo le telecamere? Dov'è l'amministrazione quando si tratta di investire su progetti educativi adeguati?”"

"Anche la lotta alle ludopatie pare che si fermi alle enunciazioni. Vi sono due sale giochi aperte recentemente che non rispettano le norme sulle distanze minime che tendono a contrastare il gioco d'azzardo anche attraverso l'ubicazione di tali locali a un tot di metri da luoghi sensibili come le scuole”" ha dichiarato Donato Caporali.

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