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"La Chimera torni ad Arezzo". Veneri: "Sarà un grande volano per il turismo dell’intera provincia"

Mozione del consigliere di Fratelli d'Italia: "E’ uno dei simboli di Arezzo, nonostante sia conservata ed esposta a Firenze fin dal suo ritrovamento"

“La Regione si attivi presso il Ministero della Cultura, la direzione regionale Musei della Toscana e tutti gli altri enti coinvolti per agevolare il ritorno della Chimera di Arezzo nella città da cui proviene e che gli dà il nome, in via definitiva o quanto meno con soluzioni temporanee, per dare impulso al turismo dell’intera provincia aretina ma anche nell’ambito di una visione più ampia di promozione di un turismo maggiormente diffuso su tutto il territorio regionale”. Lo chiede una mozione del Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gabriele Veneri.

“La Chimera è la massima rappresentazione della tradizione artistica e artigianale della città di Arezzo nella lavorazione dei metalli, che ancora oggi la rende la città leader in Italia e nel mondo in questo campo a livello artistico, artigianale e industriale. E’ uno dei simboli di Arezzo, nonostante sia conservata ed esposta a Firenze fin dal suo ritrovamento, presso il Museo Archeologico Nazionale - sottolinea Veneri -. Il ritorno della Chimera ad Arezzo non può essere pensato come una questione di mero campanilismo, ma come una scelta dettata da motivi culturali, di identità storica e artistica, ed anche economici. Il ritorno di questa opera d’arte ad Arezzo garantirebbe una forte spinta all’attività turistica, già fortemente provata da un anno e mezzo di pandemia. Tra l’altro, il Comune di Arezzo ha spazi adeguati ad ospitare un’opera di così grande valore storico e pregio artistico”. 

“La Regione sta attualmente portando avanti, in collaborazione con la Galleria degli Uffizi, il progetto “Uffizi Diffusi” –fa notare il consigliere del partito di Giorgia Meloni- Questo progetto prevede l’esposizione delle opere d’arte attualmente conservate nei depositi della Galleria in immobili storici e di pregio, nell’ambito della promozione di un turismo maggiormente diffuso sul territorio regionale. Perché, allora, non riportare, magari anche in via temporanea, la Chimera nella sua città d’origine”.

“Si tratta di una sfida difficile ma non impossibile -aggiunge Veneri- ma sono abituato. Fin dall’inizio della mia discesa in politica, ho sempre pensato che questo doveva essere uno degli obiettivi che avrei dovuto raggiungere per la mia città. Adesso, sono riuscito a depositare questa mozione e cercherò di portare a casa il risultato per i miei concittadini, che, sono convinto, accorrerebbero in massa per vedere l’opera”.

“La Chimera è un bronzo etrusco, opera di maestranze etrusche. Rappresenta un leone in posizione aggressiva a bocca aperta e con artigli estroflessi, con una testa di capra che nasce dalla schiena e un serpente al posto della coda che aggredisce mordendo uno dei corni della capra. La sua datazione è fatta risalire a un periodo compreso tra l’ultimo quarto del V e i primi decenni del IV secolo a.C.. Il bronzo venne rinvenuto il 15 novembre 1553 in Toscana, precisamente nella città d’Arezzo durante la costruzione di fortificazioni medicee alla periferia della cittadina, fuori da Porta San Lorentino. Venne subito reclamata dal granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici per la sua collezione, il quale la espose pubblicamente presso il Palazzo Vecchio” ricorda Veneri.

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