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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Centrosinistra: non facciamoci del male". L'appello di Giuseppe Giorgi della direzione provinciale PD

L'appello di Giuseppe Giorgi della direzione provinciale PD Ci sono passaggi decisivi in una comunità politica come quelli che affrontano una campagna elettorale. Più sinteticamente direi sciogliere questioni di linea, questioni di metodo. Oggi...

L'appello di Giuseppe Giorgi della direzione provinciale PD

Ci sono passaggi decisivi in una comunità politica come quelli che affrontano una campagna elettorale. Più sinteticamente direi sciogliere questioni di linea, questioni di metodo. Oggi la chiesa cattolica celebra la 104esima Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati e Francesco ha richiamato al valore dell’accoglienza e al rispetto delle regole dei paesi in cui si vive. Il PD non può non sottolineare questa frontiera che unisce solidarietà e sicurezza.

Questioni di linea: lo ius soli è scelta che in una candidatura parlamentare è punto rilevante per interpretare una delle ragioni di esistenza del PD, del partito della democrazia, partito delle solidarietà.

Il lavoro appartiene alle ragioni fondanti di una coesione sociale che altrimenti rovina su se stessa. Nella ricerca del mio impegno politico ho indicato nelle campagne di mobilitazione nazionale ambientali, contro il dissesto idrogeologico del Belpaese, per la difesa dal rischio sismico, per la salvaguardia dei beni artistici e monumentali, occasioni di leve per il lavoro. A questo va accompagnata una specifica attenzione al turismo e alla cultura come volani di sviluppo. E’ di questi ultimi tempi l’accordo tra MIBACT e Istituto San Paolo per mutui agevolati per il settore turistico.

La salute e la sua relazione con i territori comunità verso quella società del ben essere che deve esser scelta programmatica del centrosinistra.

Un programma elettorale che possa essere contributo, come vuole essere questo mio scritto, a un credibile programma comune del centrosinistra.

Le parole volano, le promesse abbondano, le tattiche si perdono nei personalismi: scripta manent, verba volant.

Non facciamoci del male!

Il mio invito è all’unità plurale del mio partito ma è esteso a tutto il centrosinistra.

Questioni di metodo: partire dall’ascolto dei territori comunità, condividere i programmi, scegliere i candidati secondo le regole di personalità eticamente credibili, professionalmente abili, politicamente capaci. Diventa insostenibile e anche curioso formulare la candidatura e poi chiedere l’alleanza così come acuire le divisioni semmai accompagnandole dalla standing ovation.

Non facciamoci del male!

Anche in questa campagna elettorale, non solo per una questione di stile, non facciamoci del male; non dimentichiamo che dovremo lavorare insieme come centrosinistra al programma comune per riprendere il Comune di Arezzo e le altre municipalità della provincia.

In particolare, per il mio partito, per il PD, quale migliore occasione della campagna elettorale per un cambio di novità in direzione del partito comunità. Sono pervicace, lo so!

Un PD che non esercita il gioco delle 3 carte, la geometria sempre uguale dei personalismi noti.

Un’antica regola democratica ci appartiene ed è praticata dai nostri percorsi politici: i partiti non sono proprietà personali, né a livello nazionale, né locale. Pensiamo invece a una forma flessibile, non pesante, non ottocentesca, di partito comunità. I primi decenni, oltre il 2000, hanno trascinato le solidarietà popolari in una polverizzazione sociale dominata da egoismi e indifferenze e una comunità politica legata da valori solidali, capace di ascoltarsi e di ascoltare i territori può creare le condizioni di una azione politica che interpreti le ragioni e gli interessi dei piccoli, del diritto di cittadinanza all’equità sociale, almeno nella salute, nelle opportunità di lavoro, nella casa, verso il ben essere. In breve il PD che abbiamo fondato come partito della Democrazia metta al centro del suo pensiero politico il personalismo comunitario, la centralità della persona umana, dare al Paese una nuova missione nazionale fatta di umanesimo riandando alle stesse radici dell’Europa dei popoli.

Esiste nei territori la possibilità di interpretare le comunità? Possiamo proporre come soluzione lo spirito comunitario? Di prassi si può morire. Il partito pragmatico personale non può essere il motore del centrosinistra nuovo. Costruiamo invece un partito comunità che si confronta sulla linea politica, apre all’innovazione riempiendola di pensiero sociale e progetto politico, è l’agorà aperta che esercita il metodo di ascoltare e ascoltarsi, che non segue le filiere di comando delle logiche militari.

Nulla è più scontato, come ho detto, prendendo la parola alla Direzione provinciale del PD, ora in campagna elettorale cerchiamo le ragioni programmatiche dell’unità plurale, ancorandoci a una scelta di centrosinistra nuovo.

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