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Bekaert: sei mesi di cassa integrazione straordinaria. Mugnai: "Non possiamo accontentarci di una soluzione temporanea"

Stefano Mugnai, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, aveva presentato una interrogazione al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo

“Il Governo, questa mattina in XI Commissione alla Camera, nella risposta alla mia interrogazione ha ufficializzato ulteriormente l’impegno per la proroga di sei mesi della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti della Bekaert, inserita in legge di Bilancio. Guadagniamo tempo e questo è un fatto positivo, ma non possiamo certo accontentarci di una soluzione che è solamente temporanea. Sono 199 i dipendenti che insieme alle loro famiglie attendono una svolta positiva per l’azienda e per il loro futuro”.

Lo afferma, in una nota, Stefano Mugnai, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, che, sul tema, aveva presentato una interrogazione al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo per sapere quali iniziative intendessero assumere per favorire l’individuazione di una soluzione positiva per il salvataggio dello stabilimento.

“Vi è la necessità che vengano valutate al più presto le manifestazioni di interesse sino ad oggi pervenute. Quella di Trafilerie Meridionali di Chieti, il cui piano sembrerebbe essere stato giudicato interessante dal governo. Trafilerie è un soggetto industriale di dimensioni limitate – osserva Mugnai - che potrebbe non disporre di tutte le risorse necessarie per l’acquisizione e il rilancio dello stabilimento. Si renderebbe dunque necessario coinvolgere un soggetto privato molto forte che affianchi Trafilerie, magari un’acciaieria che potrebbe fornire la materia prima, anche per poter far fronte alla concorrenza delle multinazionali che operano in questo difficile mercato. E quella della cooperativa di dipendenti. Ipotesi per un verso molto suggestiva, che però deve fare i conti con un settore d’impresa molto complesso. E non sarebbe accettabile che si esponessero i lavoratori in prima persona ad un rilevante rischio d’impresa senza delle solide garanzie. È necessario dunque che le cose siano fatte per bene, ma anche in fretta, perché 6 mesi passano alla svelta”.

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