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Casa delle culture, Apa e Scapecchi: "Facciamo chiarezza ecco i nuovi progetti in arrivo per gli aretini"

In questi giorni sta "montando" il caso relativo alla già annunciata chiusura della casa delle culture. Forza Italia desidera fare chiarezza "poiché molte cose sono state dette ma poche di queste sono corrette. Innanzitutto non si tratta di una...

In questi giorni sta "montando" il caso relativo alla già annunciata chiusura della casa delle culture. Forza Italia desidera fare chiarezza "poiché molte cose sono state dette ma poche di queste sono corrette.

Innanzitutto non si tratta di una chiusura, ma semplicemente di una razionalizzazione di un servizio e di un utilizzo diverso di immobili pubblici. Infatti, tutti i servizi essenziali ed obbligatori ad oggi erogati a favore dei cittadini stranieri non cesseranno, visto che erano, sono e saranno garantiti dall'Amministrazione Comunale, ma troveranno continuità all'interno dello sportello unico, a trenta metri di distanza. Per quanto riguarda i servizi non essenziali e non obbligatori, questa Amministrazione, con il pieno sostegno del gruppo di Forza Italia, ha deciso di non finanziarli più ma di destinare quelle risorse (circa 110mila euro all'anno) a favore di progetti diversi: si ritiene infatti che in un momento perdurante di crisi come quello attuale non si possano privilegiare attività accessorie, appannaggio di una ristretta comunità (i cittadini stranieri), ma al contrario si debbano rafforzare tutte quelle azioni volte ad aiutare i residenti di lunga data e quelle iniziative, in campo economico e culturale, che possano dare lustro e sviluppo alla Città di Arezzo.

Proprio per questo, smentendo le voci sulla chiusura della casa delle culture, possiamo affermare che a prescindere dal nome, quell'immobile sarà comunque adibito ad attività culturali e formative, rivolte però indistintamente a tutti e di alto profilo, valorizzando le eccellenze locali e dando nuove occasioni ai nostri giovani attraverso, ad esempio, nuovi corsi universitari.

Ci stupisce il clamore di questi giorni su una decisione annunciata fin dalle prime battute della consiliatura: siamo e saremo sempre a favore di tutte le iniziative che restituiscano agli aretini spazi e risorse, lo dobbiamo ai nostri elettori, alla nostra storia, alla nostra cultura.

A pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca: l'unico vero problema pare essere l'interruzione dei finanziamenti a favore di Oxfam, entità che se tiene tanto ai servizi ad oggi erogati e che non essedo essenziali ed obbligatori saranno interrotti, potrà sempre continuare ad erogare in autonomia presso le proprie sedi con i propri fondi. Infine, fa sorridere la notizia relativa alla raccolta di poco più di 500 firme in favore di una petizione popolare da portare in Consiglio Comunale sul tema: ferma restando la legittimità dell'iniziativa e, in generale, l'importanza e la validità della partecipazione popolare alle attività istituzionali, l'esiguo numero di firme sta a certificare il fatto che gli aretini stanno con Forza Italia. Ben venga la petizione in Consiglio Comunale, ma il suo respingimento è certo." La risposta delle associazioni proponenti la delibera popolare Ci dispiace molto il commento pubblicato dai consiglieri comunali Apa e Scapecchi sulla nostra proposta di delibera popolare per la Casa delle Culture. Ci dispiace perché si continua a non voler entrare nel merito della questione e a non discutere concretamente di che cosa è la Casa delle Culture. Si continua a mettere in alternativa servizi e attività per gli aretini e servizi e attività per “una ristretta comunità” di cittadini stranieri (oltre 10.000 persone). Certo questo non aiuta a promuovere la comprensione reciproca, la distensione e la costruttiva convivenza tra tutte le realtà dell’unica comunità cittadina. La Casa delle Culture è esattamente un luogo in cui si organizzano attività “per tutti” con l’unico obiettivo di facilitare conoscenza e integrazione tra culture e esperienze di vita diverse. Il tema è se queste attività, che favoriscono e promuovono conoscenza e integrazione, sono utili o no in questa città; a questo deve essere data risposta. Naturalmente la risposta si deve fondare anche su una conoscenza della situazione e delle attività; invitiamo tutti i consiglieri comunali a venire alla Casa delle Culture, a restare mezz’ora, un’ora, quanto vogliono, parlare con gli utenti, per vedere e capire che cosa viene fatto, come viene fatto e la sua utilità. Si continua, infatti, a distinguere tra “servizi essenziali e obbligatori” e “servizi non essenziali e non obbligatori”. Non ci sono servizi obbligatori. Sono tutti servizi e attività non obbligatori; essi sono frutto di scelte che insieme, Enti pubblici (ricordiamo che alcuni servizi di sportello sono coordinati con Prefettura, Questura, Asl, Comune, ecc.) e associazioni del territorio hanno deciso di realizzare, in gran parte, come abbiamo scritto in precedenza, anche senza oneri per il Comune. Queste associazioni e anche altre oltre quelle firmatarie, che è bene precisare non sono Oxfam (Oxfam è quella che fino ad ora ha gestito, e ci sembra bene, per conto del Comune lo sportello e la struttura nel suo complesso consentendone il funzionamento) hanno messo in gioco, nel corso dei cinque anni, qualche centinaio di volontari che con le loro attività hanno costruito una rete di relazioni tra italiani e stranieri residenti ad Arezzo, disponibile a collaborare con l’Amministrazione Comunale per iniziative di integrazione e socializzazione. Perché gettare queste potenzialità? Certo, le stese cose si possono fare anche in altri luoghi; Oxfam, come dicono i consiglieri, può continuare a fare quello che fa nella sua sede, ciascuna delle altre associazioni può farlo, la biblioteca potrà essere trasferita in altra sede…. Ma si perde il grande valore aggiunto apportato proprio dalla rete di relazioni che si realizza tra realtà diverse presenti nello stesso luogo e che rende molto più efficaci le singole azioni. Non a caso, nella nostra proposta di delibera d’iniziativa popolare chiediamo, oltre che di mantenere le funzioni attuali nella struttura di Piazza Fanfani, di aprire un dialogo con l’Amministrazione per migliorare e allargare le possibili attività. Ma la cosa che più dispiace è il paragrafo conclusivo del comunicato dei due consiglieri. Noi ci siamo rivolti al Consiglio Comunale proponendo una delibera d’iniziativa popolare perché crediamo nelle Istituzioni e perché vediamo nel Consiglio Comunale la massima istituzione che, indipendentemente dalle maggioranze politiche, può rappresentare, ascoltare, valutare, e anche mediare tra le diverse visioni. Deridere i cinquecento cittadini che hanno firmato per presentare una delibera sottoscritta con firme autenticate di oltre trecento cittadini come previsto dallo Statuto comunale , che è strumento di base della nostra democrazia, non è appropriato. E che dire dell’ultima frase? “Ben venga la petizione in Consiglio Comunale, ma il suo respingimento è certo”. I consiglieri hanno già deciso che il Consiglio Comunale respingerà la proposta senza vederla? Senza valutarla adeguatamente? Senza minimamente discuterla e approfondirla? Francamente questo ci sembra offensivo nei confronti dei colleghi del Consiglio, dello stesso Consiglio Comunale nella sua ragion d’essere e quindi riduttivo della sua credibilità. E non è una buona cosa.

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