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Caneschi (Pd): "La mimosa non basta: occorre un rinnovato impegno sul fronte del diritti"

Sono passati 70 anni da quel 2 giugno 1946, giornata che vide per la prima volta le donne italiane esercitare il proprio diritto di voto senza distinzione di censo e con il pieno riconoscimento dell’elettorato attivo e passivo. Una conquista di...

Sono passati 70 anni da quel 2 giugno 1946, giornata che vide per la prima volta le donne italiane esercitare il proprio diritto di voto senza distinzione di censo e con il pieno riconoscimento dell’elettorato attivo e passivo. Una conquista di civiltà che ancora oggi deve ricordarci il valore sociale e politico dei diritti fondamentali. Gli anniversari assumono infatti maggior valore allorquando ci aiutano a riflettere sulle problematicità attuali e fungono da pungolo per la ricerca di soluzioni adeguate.

In un’attualità di lenta, ma ci auguriamo duratura, ripresa economica, l’universo femminile necessita più che di un riconoscimento formale dei propri diritti, di un adeguamento sostanziale e concreto degli stessi alle mutate esigenze del vivere quotidiano.

In primis i servizi volti a favorire e alleggerire quelle che sono le problematiche giornaliere.

Si pensi alle giovani mamme, con orari di lavoro che spesso non trovano la copertura dei servizi per l’ infanzia che dovrebbero essere rimodulati sulle nuove esigenze.

A queste istanze si aggiungono quelle di una generazione di donne, quella delle over 55, che sono compresse fra il permanere nella sfera lavorativa e gli impegni di cura della sfera familiare.

Inoltre non vanno dimenticate tutte le problematiche relative al mondo del lavoro: sia nell’assunzione in senso proprio in cui ancora le donne sono sfavorite rispetto al mondo maschile sia per quanto concerne le discriminazioni relative al diritto alla maternità ancora oggi troppe volte vessato sia perché sono le prime a pagare il prezzo dei ridimensionamenti occupazionali.

Non ultimo anche il ruolo delle donne nelle istituzioni nelle quali, sebbene la presenza sia aumentata,non ha ancora raggiunto gli standard delle nazioni più evolute. La legge sulla doppia preferenza e quella che vieta il superamento del 60% dei candidati dello stesso sesso come capolista nei Collegi della stessa Circoscrizione, sono già un passo avanti ma occorre perseverare in tal senso. La presenza femminile nei ruoli politici è fondamentale per porre con maggior forza all’ attenzione delle istituzioni le necessità di genere.

La mimosa non basta, occorre pensare ad una realtà a misura di donna.

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