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“In piazza per dire basta agli infortuni sul lavoro”. Rifondazione Comunista solidarizza con le proteste studentesche

"L’impresa non deve più limitarsi a entrare nella scuola, d’ora in poi la progetta e la realizza, insegnando i principi fondamentali del capitalismo e del neoliberismo"

Il Partito della Rifondazione Comunista di Arezzo condivide la protesta degli studenti "contro il silenzio di Stato sulla morte di Lorenzo Parelli, schiacciato per un infortunio occorso durante l’espletamento dell’alternanza scuola-lavoro, pratica sciaguratamente introdotta dal Governo Renzi e colpevolmente mantenuta dai Governi successivi, compreso quello di Draghi". Attraverso una nota stampa il partito, invita gli studenti aretini, e tutta la popolazione, a mobilitarsi venerdì 4 febbraio per "tanti, troppi motivi: la decisione unilaterale del ministro dell’Istruzione Bianchi sulle regole della maturità dal 22 giugno; la gestione confusionaria delle misure anti-Covid; l’assenza di interventi strutturali per migliorare il rapporto numerico di studenti, classi e insegnanti. Il Prc si unisce alle altrimenti flebili voci che chiedono alla assente ministra dell’Interno Luciana Lamorgese di giustificare o stigmatizzare le manganellate contro i giovanissimi e disarmati studenti, in piazza per protestare perché un coetaneo è morto sul lavoro. Il Governo intende continuare a pestare gli studenti che chiedono lo stop all’alternanza scuola lavoro e un ripensamento complessivo della scuola liberista?

Il Prc ricorda che, grazie alle lotte studentesche e operaie degli anni ’70 era stato introdotto il principio del diritto allo studio per i lavoratori, cioè un monte ore retribuito in orario di lavoro per frequentare corsi di formazione: in questo modo, il mondo del lavoro si appropriava della scuola.

Per scelta colpevole degli ultimi governi questo rapporto si è rovesciato: con l’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro, sono gli studenti ad entrare in azienda, per fornire manodopera gratuita all’impresa.

E il futuro appare ancora più preoccupante, con l’introduzione dei nuovi Licei ted (Transizione Ecologica e Digitale), gestiti dal Consorzio Elis: più di 100 grandi imprese, che collaboreranno attivamente nell’ideazione e realizzazione dei programmi d’insegnamento, offrendo “conoscenze aggiornate e l’opportunità di verificarle sul campo attraverso tirocini e altri modelli di didattica esperienziale”. Del Consorzio fanno parte imprese del settore armamenti (Leonardo), dell’energia fossile (Snam, Eni), della privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici (Acea, A2A, Iren), delle telecomunicazioni (Tim, Vodafone), dell’informatica (Microsoft) e poi Toyota, Atlantia, Autogrill, Manpower, Campari (magari per un aperitivo a fine lezioni).

Ecco il salto di qualità: l’impresa non deve più limitarsi a entrare nella scuola, d’ora in poi la progetta e la realizza, insegnando i principi fondamentali del capitalismo e del neoliberismo: competizione, arricchimento, sopraffazione, prelievo illimitato delle risorse naturali, rapporti basati su gerarchie e disciplinamenti".

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