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Baby gang, la vicesindaca: "Questi ragazzotti devono stare in carcere, non a casa"

Lucia Tanti torna sull'argomento dopo lo scarceramento del 16enne aretino, che adesso si trova ai domiciliari

Lucia Tanti torna sul tema della baby gang, a seguito dello scarceramento del 16enne aretino, ora ai domiciliari. La vicesindaca di Arezzo, dopo l'arresto del capo della banda "Famiglia Montana" aveva suggerito, per lui, l'attività di pulizia dei bagni pubblici.

Ne era nato un confronto dialettico con Donella Mattesini del Pd. Il Pd è tornato recentemente sull'argomento, sollecitando l'amministrazione sul fronte delle politiche sociali e pure Futuro Aretino, su tutt'altro fronte politico, è intervenuto sulla questione.

Tanti ha risposto nei giorni scorsi e oggi ribadisce: "Chiedono conto a chi, come me, non chiama 'disagio sociale' atti intimidatori e violenti, e ancora a chi, sempre come me, trova stucchevole chiamare 'baby gang' dei ragazzotti quasi maggiorenni che molestano altri ragazzi. La verità è che dovevano stare in carcere, non a casa, e del resto il sistema carcerario italiano è improntato sulla rieducazione non sulla sola punizione: bene, quindi facciamone buon uso. Ora si scopre che, ai domiciliari, questi ragazzi continuano a tenersi in contatto e ci sorprendiamo del fatto che la banda non si sia sciolta. Guardate che il disagio è il nostro, non il loro, e sarà tale finché non ci libereremo del cancro del buonismo e della sua più grave metastasi: dare ad intendere che delinquere non abbia nessuna conseguenza e che la voce di chi ha ragione - perché chi esce di casa tranquillo ha diritto di non tornare a casa pestato - vale meno di chi ha torto. Perché chi picchia a sangue un altro ha torto e paga per il torto che ha fatto, senza scorciatoie. Fine del discorso, per me".

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