Romizi: "Aumento indennità come da legge nazionale, ma sindaco e giunta possono ridurre la quota a carico del bilancio"
Intervento del consigliere comunale Francesco Romizi di Arezzo 2020 sul provvedimento del segretario regionale che recepisce la Legge di Bilancio e aumenta in tre scaglioni le indennità mensili degli amministratori
"Non intendo mettere in discussione l’applicabilità di una legge, un suo automatismo e le relative risorse, disponibili peraltro in un fondo statale. Non stiamo discutendo del legittimo diritto degli amministratori locali a ricevere un compenso per il lavoro svolto. Se attualmente sono consigliere comunale, e come tutti i consiglieri ricevo 100 mese al mese, in passato ho ricoperto il ruolo di assessore e so cosa significa in termini di sacrificio: di tempo, affetti, responsabilità. E questo va riconosciuto. La battaglia di Anci per l’adeguamento delle indennità di sindaci e assessori ha trovato traduzione in una norma nazionale e dunque gli aumenti per sindaco e giunta, anche ad Arezzo, sono consequenziali."
Il consigliere comunale Francesco Romizi di Arezzo 2020 interviene sul provvedimento del segretario generale del Comune che recepisce la Legge di Bilancio e aumenta in tre scaglioni le indennità mensili degli amministratori e cioè sindaco, vice, assessori e presidente del consiglio comunale. L'atto pubblicato nell'albo pretorio mette in evidenza tutti gli stipendi lordi precedenti, quelli dell'anno in corso e poi la somma del 2023 e del 2024.
Su questo Romizi ha un distinguo da fare: "Tuttavia c’è un “ma”: se l’incremento in questione sarà a carico dello Stato e dunque senza oneri per il Comune, l’indennità attuale, chiamiamola quella ‘base’, grava sul bilancio comunale e così resterà. E dunque su questa voce si può intervenire. In quale direzione è facile dirlo: ci sono categorie di lavoratori che da anni non ricevono aumenti contrattuali, nel pubblico e nel privato, sui tavoli delle case e dei negozi si accumulano bollette da pagare, e con quali sorprese, molte imprese stentano ad agganciare il treno della ripresa. Non mi sembra questo il momento, per la politica, di offrire un’immagine d’insensibilità. A sindaco e giunta chiedo dunque di ridursi quella parte dell’indennità riconducibile al bilancio del Comune, in sostanza alle tasche degli aretini. Male che vada, faranno pur sempre pari."