"Arezzo meta turistica di Serie B, non avrà i contributi a fondo perduto di Siena o Pisa"
Interrogazione di dei parlamentari D'Ettore e Mugnai di Forza Italia: "Le attività economiche satelliti del turismo di Arezzo non beneficeranno dei fondi per le attività di vendita di beni o servizi al pubblico nei centri storici"
Battaglia in Parlamento per il riconoscimento di Arezzo quale meta turistica rilevante della Toscana, al pari di Firenze, Siena e Pisa. "Il governo estenda l'accesso al contributo a fondo perduto anche alle realtà turistiche emergenti, sostenibili e innovative della città di Arezzo". Attacca infatti così un intervento, riportato dall'agenzia Adnkronos, di Maurizio D'Ettore e Stefano Mugnai, deputati di Forza Italia. "Ancora una volta, infatti - dicono in un'interrogazione a risposta orale al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e al Ministro dello sviluppo economico - Arezzo non è stata considerata tra le mete turistiche meritevoli di sostegno della Toscana, diversamente da Firenze, Siena e Pisa".
Insomma, i parlamentari non ci stanno: Arezzo non deve essere considerata una meta di Serie B, perdendo importanti agevolazioni. "Le attività economiche satelliti del turismo di Arezzo - dicono i parlamentari - non beneficeranno quindi del contributo a fondo perduto previsto per le attività imprenditoriali di vendita di beni o servizi al pubblico nei centri storici dei comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana. E' opportuno quindi modificare questi criteri di accesso per consentire alle attività, soprattutto in questo momento di crisi, di sopravvivere. La promozione, social e comunicativa, della città, a livello nazionale e internazionale, ha fatto negli ultimi anni registrare un incremento turistico a livelli che in precedenza non erano nemmeno concepibili. Tuttavia la pandemia ha mortificato questo slancio di Arezzo e il mancato riconoscimento di un adeguato sostegno fiacca le possibilità di sviluppo delle attività. Il Governo punti a sostenere un turismo diffuso, sostenibile e destagionalizzato, obiettivo da sempre perseguito dall'amministrazione di Arezzo ed ora ingiustamente umiliato dalla errata previsione contenuta nell'articolo 59 del dl numero 104 del 2020".