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"Arezzo fuori da Estra mentre il prezzo del gas è alle stelle. Disastro Macrì-Ghinelli"

L'attacco di Bracciali e Gallo (Pd): "Ad oggi la priorità di chi governa la città non è creare occasioni di sviluppo e crescita, ma salvare la pelle"

"Arezzo è fuori da Estra". Il Pd comunale affonda la stoccata riguardo il nuovo organigramma societario della multiutility, partecipata di partecipate che vede coinvolti i territori di Arezzo, Prato e Siena. Estra fino allo scorso novembre era presieduta da Francesco Macrì, indicato dalla partecipata aretina Coingas. Macrì è poi decaduto, per via della nota delibera Anac, e sostituito da Alessandro Piazzi, già amministratore delegato.

Il tema della sostituzione di Macrì con un altro aretino nella governance era stato accennato, con la Lega che aveva mosso anche qualche passo, generando una reazione irritata da parte di Fratelli d'Italia, di cui Macrì è espressione. E alla fine di novembre lo stesso Carroccio - alleato di centrodestra di FdI nella maggioranza che regge Ghinelli - aveva sottolineato in una nota ufficiale i pericoli per Arezzo derivanti da una mancata sostituzione di Macrì. Poi ovviamente si erano sollevate anche le voci dell'opposizione a Palazzo Cavallo: come quelle di Arezzo 2020 e del Pd. Ma il centrodestra di Arezzo si era poi compattato, tanto che l'assemblea di Coingas aveva dato il via libera al ricorso contro la delibera Anac, di fatto spalleggiando Macrì e FdI.

E adesso? La sintesi la fanno, intanto, dall'opposizione: Matteo Bracciali e Filippo Gallo, coordinatore e vice del Pd comunale di Arezzo, attaccano: "Il nuovo organigramma di Estra ha messo nero su bianco una triste realtà: oggi Arezzo non esprime più nessuna figura dirigenziale all’interno dell’azienda. Dopo la delibera Anac e anni di diatribe legali delle quali ancora non si vede la fine, questo è il risultato. Un risultato indirizzato da questa amministrazione che con protervia ha scelto la via di non rimuovere le ombre che hanno distinto questa fase aziendale e politica, e di fatto preso in ostaggio una città che si vede oggi negata la dovuta rappresentanza, nel periodo storico in cui il gas diventa voce di bilancio pesante nelle economie industriali e familiari. Un disastro che marginalizza sempre di più il nostro territorio e che sancisce, una volta per tutte, il disastro del governo Macrì-Ghinelli. Ad oggi la priorità di chi governa la città non è creare occasioni di sviluppo e crescita, ma salvare la pelle. Valutazione ancora una volta malamente sbagliata. Dicevano i latini: simul stabunt vel simul cadent, insieme staranno oppure insieme cadranno".

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