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Aree archeologiche e pietre d'inciampo in memoria della famiglia Calò: gli atti d'indirizzo

Consiglio Comunale 23 febbraio 2023 / atti di indirizzo e mozioni

Fratelli d’Italia ha illustrato la mozione per le iniziative da svolgersi in corrispondenza dell’8 marzo focalizzate sulla drammatica situazione vissuta dalle donne in Afganistan e in Iran. Francesco Lucacci ha rilevato che “il ritorno dei talebani e del loro regime ha annullato i diritti che sembravano acquisiti per donne e bambine afgane, con l’obbligo di burqa, sanzioni e pene corporali, lapidazioni, negazione del diritto all’istruzione, allo sport, a esprimere il proprio pensiero, all’utilizzo di mezzi di trasporto. Altre norme di natura sociale che coinvolgono ogni professione maschile, come la sartoria, o addirittura il semplice uscire per strada vanno nella stressa direzione segregazionista. In Iran, il velo obbligatorio scatta a 7 anni quando le bambine cominciano a frequentare la scuola elementare e l’uguaglianza tra uomini e donne viene costantemente negata. Per non parlare di pene corporali, condanne a morte ed esecuzioni. Governo italiano e istituzioni europee insistono sul rispetto dei diritti fondamentali che costituiscono la base dei nostri valori. Le comunità locali sono impegnate e in prima linea nella solidarietà, nell’accoglienza e nella difesa di questi principi fondanti. Chiediamo che il Comune di Arezzo aderisca alla campagna promossa da Anci per l’8 marzo per, tra le altre cose, sensibilizzare su questi temi gli studenti delle scuole di ordine e grado, illuminando monumenti cittadini come gesto simbolico e promuovendo, anche tramite la consulta pari opportunità, iniziative condivise per la libertà e la democrazia e contro il terrorismo di Stato”. La mozione è stata approvata all’unanimità dai 21 consiglieri comunali presenti.

Andrea Gallorini per il Pd ha chiesto di impegnare sindaco e giunta a effettuare, a carico dell’amministrazione comunale, le verifiche manutentive necessarie e gli adeguamenti normativi per rendere fruibili e visitabili due aree archeologiche: sottosagrato di San Francesco e piazza San Niccolò. In accordo e sotto la supervisione della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. “L’area archeologica del sottosagrato di San Francesco è stata ed è fruibile al pubblico solo in particolari occasioni a opera della Soprintendenza mentre quella di piazza San Niccolò non lo è neanche in specifiche ricorrenze. La proprietà delle particelle delle due aree è del Comune di Arezzo e dal primo gennaio 2023 la Fondazione Arezzo InTour ha siglato un accordo con la Direzione regionale musei della Toscana che coinvolge i musei statali della città, la basilica di San Francesco, il Museo di casa Vasari, il Museo nazionale d’arte medievale e moderna, il Museo archeologico nazionale Gaio Cilnio Mecenate e l’anfiteatro romano. Accodo finalizzato alla valorizzazione degli stessi siti museali mediante la gestione integrata dei servizi”. Simon Pietro Palazzo ha chiesto con un emendamento di inserire nel dispositivo alcune specifiche: dare facoltà alla fondazione di modulare orari di visita adeguati, di procedere preventivamente a un calcolo adeguato dei costi da sostenere e che la stessa sia dotata di opportuni pannelli informativi e dell’illuminazione da sistemare nei siti. L’emendamento è stato accolto dal proponente e l’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità dai 20 consiglieri comunali presenti.

Atto di indirizzo del Pd illustrato da Donato Caporali per impegnare sindaco e giunta a posizionare in via Madonna del Prato 15, dove abitava la famiglia Calò, 4 pietre d’inciampo in cui vengano riportati i nomi di Carolina Lombroso Calò e dei suoi tre figli con luogo e data di nascita, decesso e luogo di deportazione. A posizionare, qualora venga individuato il punto dell’arresto dei coniugi Ignaz Birkenfeld e Antonia Ehrenwert, apposite pietre d’inciampo in cui vengano riportati i loro nomi con luogo e data di nascita, decesso e lager di deportazione. A intitolare un giardino o altro luogo in memoria di Carolina Lombroso Calò. A effettuare in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Arezzo, Anpi Arezzo e studiosi che abbiano approfondito il tema, ulteriori ricerche storiche che possano individuare possibili siti dove abitavano o furono arrestate persone di origine ebraica, altre etnie, oppositori politici, omosessuali o comunque persone vittime della deportazione. “Le pietre d’inciampo sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Ad Arezzo non risultano presenti mentre se ne trovano installate in moltissimi Comuni del territorio nazionale”. Per Francesco Lucacci “si tratta di testimonianze importanti necessarie a ricordare ciò che di drammatico è accaduto e a incuriosire i giovani, condividendo la memoria tra le generazioni che si susseguono. Vorrei che fossero concepite anche per gli stessi italiani vittime delle foibe”. L’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità dai 21 consiglieri comunali presenti.

Atto di indirizzo di Ora Ghinelli illustrato da Ilaria Pugi per impegnare il sindaco a intitolare una strada a Vincenzo Borghini Baldovinetti scomparso nel 1986, preferibilmente presso il colle di San Fabiano, ovvero in quei luoghi che hanno caratterizzato la vita e l’operato dell’illustre concittadino. “Di famiglia di nobile origine, per parte di madre discendente da coloro che commissionarono gli affreschi di Piero della Francesca in San Francesco, decorato al valore militare in più occasioni, è stato imprenditore di grande successo fino a fondare una delle più importanti aziende agricole del territorio. È stato maestro di campo della Giostra del Saracino dal 1962 al 1969”. L’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità dai 20 consiglieri comunali presenti.

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