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Acqua pubblica, Sacchetti: "Dal M5S ignoranza delle leggi e falsificazione della realtà"

La nota dell'assessore al sistema idrico integrato del Comune di Arezzo

"Il dibattito di ieri in consiglio comunale sulla proposta di modifica statutaria dei gruppi consiliari Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Arezzo 2020, Scelgo Arezzo e relativa all'inserimento nello statuto comunale del riconoscimento del diritto umano all'acqua potabile e della gestione pubblica del servizio idrico integrato è stato davvero surreale ma ha definitivamente palesato la mancanza di conoscenza dei principi e delle norme base che regolano il servizio idrico integrato quali, nello specifico, direttive comunitarie di settore ed il Codice dell'Ambiente."

Così l'assessore al sistema idrico del Comune di Arezzo Marco Sacchetti commenta il ritiro della delibera per la modifica statutaria avvenuta ieri in consiglio comunale e le conseguenti polemiche politiche delle opposizioni.

"Infatti alcuni aspetti riportati nella loro proposta di delibera non solo erano in palese violazione delle leggi vigenti, ma addirittura incongruenti con gli obiettivi enunciati. E' poi davvero curioso il continuo riferimento ai risultati di un esito referendario del 2011 il quale, ricordo, poteva, se vi era una volontà, essere reso cogente con adeguate modifiche alle leggi esistenti da parte di quei governi guidati peraltro proprio dai 5 stelle. E' altrettanto curioso che la proposta di deliberazione consiliare sia stata sottoscritta anche da quelle forze politiche che hanno prima voluto e poi attuato nella nostra regione una gestione dell'acqua non pubblica.
Ricordo ai consiglieri di opposizione che nel 2018 il Sindaco Ghinelli in rappresentanza del Comune di Arezzo, e su richiesta di tutti i partiti politici di maggioranza, ha votato prima in Conferenza Territoriale n.4 Alto Valdarno e poi in assemblea dell'Autorità Idrica Toscana, assieme tra l'altro alla stragrande maggioranza dei Comuni della Toscana, la Deliberazione n.28/2018 quale atto di indirizzo per il ritorno alla gestione pubblica in house dell'acqua. Ritorno che, in uno stato di diritto, potrà avvenire al momento in cui verranno meno le concessioni in essere con gli attuali gestori. Quindi, per concludere, non solo ignoranza ma anche una palese falsificazione della realtà".

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