Le Acli: "Comune e Asl smettano di litigare. E Ghinelli faccia più controlli sul distanziamento ad Arezzo"
La nota delle Acli provinciali che stigmatizzano il confronto tra Comune di Arezzo e Asl Toscana Sud-Est in merito all’ospedale da campo
"Senso di responsabilità, rispetto dei ruoli e collaborazione istituzionale per superare uno dei momenti più gravi dell’emergenza sanitaria". A richiederle sono le Acli provinciali che stigmatizzano il confronto tra Comune di Arezzo e Asl Toscana Sud-Est in merito all’ospedale da campo che ha condotto ad un clima di opposizione tra due realtà che, nell’attuale fase storica, dovrebbero dimostrare una rinnovata sintonia.
"L’associazione - spiega una nota - evidenzia invece che, mentre la città sta attraversando il momento più acuto della pandemia, le principali istituzioni amministrative si scontrano sul tema e invadono campi che non sono di loro competenza, acuendo le divisioni e creando ulteriori preoccupazioni tra i cittadini. La richiesta rivolta ai singoli soggetti, dunque, è a mettere in campo le rispettive competenze in un clima di costruttivo confronto, con una discussione da svolgere privatamente e riservatamente intorno ad un tavolo con l’obiettivo di trovare soluzioni ai problemi reali, evitando di inasprire il clima e dimostrando rispetto per i cittadini colpiti dalla malattia e per il personale sanitario che quotidianamente rischia la propria vita sul vero fronte dell’ospedale San Donato".
"Negli ultimi giorni - spiega la presidenza dell’associazione, - abbiamo assistito ad uno logorio dei rapporti istituzionali tra sindaco, vicesindaco e Asl. Tutto questo non fa che turbare i cittadini che, da questa frenesia propagandistica, potrebbero cogliere una situazione fuori controllo: se così fosse, significherebbe che nessuno sta facendo la propria parte seriamente e che la salute pubblica viene strumentalizzata per visibilità personale e politica in modo inaccettabile. Le autorità, anziché accusarsi reciprocamente, dovrebbero collaborare nel rispetto dei ruoli e nelle reciproche competenze".
Allo stesso tempo, le Acli di Arezzo invitano l’amministrazione a concentrarsi sugli ambiti di gestione dell’emergenza di propria competenza.
"In città, ad esempio, mancano controlli adeguati e severi per mantenere il distanziamento, mentre i più bisognosi sono abbandonati a sé stessi a causa della mancata riattivazione di un servizio quale il dormitorio per senza-tetto che negli scorsi inverni è risultato fondamentale per fornire un rifugio. Allo stesso tempo dovrebbe essere previsto un maggior scaglionamento per gli orari degli uffici pubblici e dovrebbe essere riorganizzato il sistema dei trasporti facendo affidamento anche sui mezzi delle compagnie private che sono attualmente inutilizzati".
"Se davvero Arezzo necessita di un ospedale da campo - continua la presidenza, - significa che la città è ritenuta dagli amministratori come una 'zona rossa' e, di conseguenza, che è necessario un sempre più attento impegno nel rispetto delle norme in vigore e, soprattutto, che sono auspicabili misure e decisioni anche politiche adeguate ad una “zona rossa”. Le Acli di Arezzo richiamano quindi ad un’etica del ruolo istituzionale che non è certamente quella di cui i responsabili delle istituzioni cittadine hanno dato prova alla pubblica opinione in questi ultimi giorni".