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Vaccari e Mattesini: "Fanta dichiarazioni di Tanti su accoglienza profughi"

Dichiarazione delle consigliere comunale Pd, Valentina Vaccari e Donella Mattesini

"Ultimamente la vicesindaca Tanti si sbilancia in fanta-dichiarazioni che non hanno alcun riscontro reale. Non è la Prefettura che ha affidato al Comune il coordinamento dell’accoglienza dei profughi. È la normativa che disciplina in Italia l’accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei migranti."

Questa la dichiarazione delle consigliere comunale Pd, Valentina Vaccari e Donella Mattesini in risposta alle dichiarazioni della vice sindaca Lucia Tanti.

"Il decreto legge 130, convertito in legge nel dicembre 2020, ha riformato in parte il cosiddetto decreto sicurezza del governo Conte II riguardo alle “disposizioni urgenti in materia di immigrazione”. Da qui, le competenze riguardo all’accoglienza. I vari Centri governativi gestiscono il primo soccorso, la prima assistenza e l’identificazione, successivamente, il Sistema di Accoglienza e Integrazione, coordinato dal Servizio centrale, ma gestito dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), si occupa di un’accoglienza meno assistenziale e più volta all’integrazione. La titolarità dei progetti è quindi assegnata agli enti locali che attivano e realizzano progetti di accoglienza e
integrazione. Dunque, perché gonfiare sempre la narrazione delle proprie azioni politiche? Nessuno - tantomeno la vice Sindaca - è stato investito di funzioni particolari dalla Prefettura. Non millantiamo investiture prestigiose per continuare a disinformare i cittadini. L’accoglienza e l’integrazione competono al Comune per legge. Pertanto, il Comune è tenuto ad avviare iniziative di formazione linguistica, orientamento lavorativo, servizi pubblici essenziali e conoscenza dei propri diritti. La vice Sindaca enuncia sulla stampa un “nuovo progetto” teso a creare una rete sul territorio. Il comunicato, se sfrondato dai termini ampollosi e roboanti che lo arricchiscono, offre agli ucraini solo 2 ore risicate alla settimana di informazioni e avvia corsi di italiano aperti
a tutti gli ucraini. La vicesindaca, nelle sue dichiarazioni, rivendica alla Fondazione ruoli che in passato venivano già svolti con professionalità dagli operatori della Casa delle Culture che aveva costruito negli anni un sistema solido di saperi ed esperienze, una rete di servizi mirati e competenti, come corsi di lingua, formazione, inserimento scolastico, sportello burocratico, curricula per inserimento lavorativo, riconoscimento dei titoli esteri ed altro ancora che la neo Fondazione deve ancora ideare e organizzare. Un patrimonio culturale che è stato smantellato dalla stessa amministrazione Tanti-Ghinelli, la stessa che oggi si dichiara propositiva su questo tema. Hanno distrutto quel patrimonio che ora con fatica tentano - senza esperienza - di ricostruire. Anche l'idea del partenariato territoriale dell'accoglienza, dichiarato dalla vicesindaca, è un mero copiaticcio di ciò che aveva già realizzato la Casa delle Culture. Infatti, sotto l’impulso dell'assessore Stefania Magi, nel marzo 2015 fu costituito 100fiori. Un raggruppamento temporanea d’imprese promosso da Consorzio Isola che non c’è, Arci, Consorzio Comars, Oxfam Italia Intercultura e Associazione Pronto Donna onlus. 100fiori metteva in rete tutti i soggetti del territorio che facevano accoglienza (Oxfam, Arci, Koinè, Betadue, ecc.), garantendo diverse centinaia di posti per i richiedenti asilo. Un’accoglienza offerta a tutte le etnie che si rivolgevano al raggruppamento. Inoltre, la vice Sindaca ha affermato che i bambini/ragazzi ucraini, arrivati nel territorio comunale aretino, sono stati accolti nelle classi “con grande successo”, riuscendo a seguire “lezioni programmi di studio”. Ma come è possibile sostenere tali affermazioni? Stiamo parlando di ragazzi arrivati da 10 giorni che non conoscono la nostra lingua, come fanno a seguire con “grande successo” lezioni tenute in italiano? È ovvio che non possano. Chi infatti, come me – sottolinea Valentina Vaccari -  è insegnante, conosce bene le difficoltà di includere bambini stranieri. In più, nel caso specifico stiamo parlando di bambini fuggiti da un Paese in guerra. Sarebbe il caso di non fare grandi declami e di esprimere realisticamente le difficoltà che la scuola sta provando in questo processo d’integrazione. Tali complessità non destavano la preoccupazione di questa amministrazione quando i migranti provenivano soprattutto dal sud del mondo, visto che il Comune di Arezzo si è cancellato dalla rete italiana RE.A.DY, impegnata a prevenire, contrastare e superare ogni forma di discriminazione."

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