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Sabato, 20 Aprile 2024
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25 novembre. Mattesini: "Alleanza tra donne e uomini per cancellare la violenza di genere"

“Il 25 novembre è un appuntamento irrinunciabile per ricordare e portare all’attenzione di tutti la piaga della violenza contro le donne ma questa sfida dobbiamo vincerla ogni giorno dell’anno, con l’impegno quotidiano di tutti. La sfida chiama in...

“Il 25 novembre è un appuntamento irrinunciabile per ricordare e portare all’attenzione di tutti la piaga della violenza contro le donne ma questa sfida dobbiamo vincerla ogni giorno dell’anno, con l’impegno quotidiano di tutti. La sfida chiama in campo tutti, soprattutto gli uomini, per una grande alleanza civile contro un fenomeno che vogliamo e dobbiamo sradicare dalla nostra società.”, con queste parole la Senatrice Donella Mattesini celebra la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.

“E’ una battaglia – spiega Mattesini – che deve essere vinta prima di tutto nei suoi aspetti culturali. Insieme al doveroso sostegno alle donne vittime di violenza ed ai centri antiviolenza è necessaria un’azione di prevenzione degli stereotipi che parta dalle scuole, dalla televisione pubblica e da tutte le forze sociali anche nel mondo del lavoro.”

“Le statistiche sono agghiaccianti perché descrivono un fenomeno che ha proporzioni inaccettabili, non classificabile come il frutto di qualche caso isolato, è infatti un fenomeno strutturale e come tale necessita di impegno vasto e continuo dello stato e della società civile – afferma Mattesini - Una risposta concreta arriva dalle politiche del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Piano Nazionale Antiviolenza 2017/2020. In questi anni c’è stato un aumento dei finanziamenti per i centri antiviolenza di 33 milioni di euro, grazie a queste risorse il numero dei centri antiviolenza-case rifugio è aumentato passando dai 240 del 2016 ai 501 del 2017. Questo impegno si rafforza nella legge di bilancio 2018 dove sono previsti altri 30 milioni. Ma c’è di più. C’è un’azione integrata e coordinata tra istituzioni, forze dell’ordine, mondo del lavoro e scuola. L’obiettivo è il rafforzamento dell’autonomia delle donne ed il contrasto degli stereotipi”.

Alcune statistiche:

Nel 2016 in provincia di Arezzo hanno avuto accesso al Codice Rosa 12 minori (7 italiani e 5 stranieri; 6 femmine e 6 maschi). 2 casi sono stati registrati come abuso e gli altri 10 come maltrattamento. Per gli adulti, invece, i Codici rosa sono stati 163 (158 donne e 5 uomini; 105 italiani e 58 stranieri). Tra questi, registrati 156 casi di maltrattamento, 6 di abusi e 1 di stalking. Il totale è di 175 casi. Nei primi 9 mesi del 2017, si sono registrati 145 casi, tra cui 131 adulti e 14 minori (93 cittadini italiani e 52 stranieri).

Nel libro intitolato: violenza sulle donne e sui minori di Patrizia Romito ed altri pubblicato nel 2016, si legge che in Italia “il 16% delle ragazze delle scuole superiori ha subito violenze psicologiche e comportamenti di controllo da parte del partner, il 14% ha subito violenze e molestie sessuali nella coppia, il 13% ha subito violenza fisica”. Altri dati recenti acquisiti nei lavori della Commissione d’inchiesta parlamentare sul femminicidio e rilevati dall’Istat ci dicono che nel corso della propria vita circa 7 milioni di donne tra i 16 ed i 70 anni (quasi 1 su 3, cioè il 31,5%) riferiscono di aver subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale, dalle forme meno gravi a quelle più grave come il tentativo di strangolamento o lo stupro. Gli autori delle violenze più gravi sono prevalentemente i partner attuali o gli ex partner; 2 milioni e 800 mila donne ne sono state vittime.

Un altro aspetto specifico della violenza di genere è costituito dalle violenze e dai ricatti sessuali in ambito lavorativo, infatti sulla base di una rilevazione Istat del 2016 si stima che 1,3 milioni di donne abbiamo subito nel corso della loro vita lavorativa molestie o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Esse rappresentano circa il 9% delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione. In particolare i ricatti sessuali per ottenere un lavoro, per mantenerlo o per ottenere progressioni alla carriera hanno interessato nel corso della loro vita 1,1 milioni di donne pari al 7,5% delle lavoratrici.

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