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2 giugno 2016, un valore in più. 70 anni fa le donne per la prima volta al voto

Riceviamo e pubblichiamo il contributo della senatrice aretina Donella Mattesini che ricorda il valore in più che ha questo 2 giugno 2016. Settanta anni fa infatti per la prima volte le donne si recarono alle urne per esercitare il proprio diritto...

Riceviamo e pubblichiamo il contributo della senatrice aretina Donella Mattesini che ricorda il valore in più che ha questo 2 giugno 2016. Settanta anni fa infatti per la prima volte le donne si recarono alle urne per esercitare il proprio diritto di voto:

DONELLA MATTESINI DONELLA MATTESINI

Le celebrazioni del 2 giugno quest’anno hanno un valore in più da festeggiare e da ricordare. Settanta anni fa, il 2 giugno 1946, per la prima volta le donne italiane poterono recarsi alle urne per votare. Prima del diritto al voto le donne erano mogli, madri, sorelle ma non cittadine. Con il diritto di voto fu sancita la piena cittadinanza intesa come parità politica.

Il 2 giugno 1946 fu eletta l’Assemblea Costituente dove sedettero le prime 21 parlamentari (su 556 componenti), cinque di loro entrarono nella "Commissione dei 75", incaricata dall'Assemblea di scrivere la Carta Costituzionale e furono denominate non a caso "Madri costituenti". I loro nomi erano: Angela Gotelli, Maria Federici, Nilde Iotti, Angelina Merlin e Teresa Noce.

Senza di loro non sarebbero stati scritti nella Costituzione (o almeno non in quei termini) i principi di parità che hanno costituito la base per la trasformazione non solo delle leggi, ma anche della vita e dello stesso modo di pensare delle donne e degli uomini italiani.

Dal 1946 iniziò per le donne un lungo percorso di riconoscimento di diritti ed autonomia che negli anni ha prodotto leggi significative nel solco dei principi della Costituzione, tappe fondamentali di un cammino difficile, ma foriero di grandi novità; è del 1950 la legge sulla tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri,, del 1958 la legge sulla abolizione delle case di prostituzione e sulla lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui, del 1970 la legge sul divorzio, del 1975 la riforma del diritto di famiglia, del 1977 la legge sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro, del 1978 la legge sulla interruzione di gravidanza; del 1981 la legge che aboliva il delitto d'onore ed il matrimonio riparatore; nel 1984 viene istituita la Commissione nazionale pari opportunità; del 1987 viene riconosciuta l'indennità di maternità per le lavoratrici autonome; del 1992 le azioni positive per l'imprenditoria femminile, del 1996 le norme contro la violenza sessuale; del 1999 le norme per la tutela della salute e l'assicurazione contro gli infortuni domestici; del 2000 la legge a sostegno della maternità e paternità, per il diritto alla cura ed il coordinamento dei tempi delle città; del 2009 la legge contro lo stalking e del 2013 la legge contro il femminicidio.

Ma nel corso del tempo, ci si è resi conto che nonostante il forte impegno delle donne impegnate in politica e nelle istituzioni, nonostante l'avanzare di una richiesta forte di pari opportunità, l'eguaglianza nella rappresentanza politica era ben lungi dall'essere raggiunta.

Alle elezioni del 1948, le donne elette alla Camera sono il 7,7%, ma nei primi venticinque anni della Repubblica questa percentuale scende vicina allo zero, e resta bassissima in Senato, stentando a sollevarsi oltre il 3%. Poi un incremento record nel 2013: le donne elette alla Camera sono il 31,4% ed il 27,3% al Senato. Nel 2014 un balzo in avanti, con una presenza femminile nella delegazione italiana che ha raggiunto il 40%. Ciò vale anche per le basse rappresentanze femminili nei Consigli Regionali e Comunali.

Sono fondamentali le modifiche alle leggi elettorali, nazionali e locali, per la promozione della doppia preferenza di genere come strumento tecnico a disposizione delle donne. La presenza paritaria delle donne nei processi decisionali è fondamentale per la qualità della nostra democrazia ed è la chiave di volta per una crescita culturale necessaria e irrinunciabile.

Ma il nostro impegno deve essere rivolto all'abbattimento di tutti gli stereotipi, delle barriere sociali ed economiche che impediscono alle donne di poter conciliare la propria vita familiare e lavorativa, la propria vita quotidiana, con l'impegno politico ed istituzionale.

Pari opportunità e libertà femminili non sono per sempre. Il settantesimo anniversario del diritto al voto deve essere l’occasione per riscoprire e valorizzare le figure delle nostre madri costituenti. Ciò che serve infatti è conservare e ravvivare la memoria e quindi promuovere, innovare e condividere con tutte le donne, ed in particolare con le giovani donne, la storia, le fatiche ed i risultati che ci hanno portato fin qui.

Donella Mattesini

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