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"Vieni a vivere" e "Culture contro la paura": la settimana dell’Orchestra multietnica di Arezzo

La settimana virtuale di Officine della Cultura e dell'Orchestra Multietnica di Arezzo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ArezzoNotizie

Ultimo appuntamento della Stagione #iorestoacasa di Officine della Cultura, a meno che la situazione, così come sembra, non costringa ad un’immediata seconda edizione, e un regalo da parte di Officine ai tanti estimatori del percorso artistico e umano dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. Iniziamo dal regalo. Martedì 31 ottobre, alle ore 14, uscirà un nuovo videoclip dell’OMA visibile all’interno dei canali social di Officine della Cultura e dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. Per l’occasione, a 11 anni dall’uscita del primo cd dell’Orchestra, “Animameticcia”, sono state recuperate le storiche immagini curate all’epoca da Fernando Maraghini ed Erica Pacileo della fondazione, dell’allestimento della sala prove - la ex Casa delle Culture -, e dei primi concerti. Tra i protagonisti anche tanti musicisti che hanno dovuto lasciare Arezzo ma che restano nello spirito vitale e umano dell’ensemble aretino: dallo scomparso fisarmonicista Vasile Dimica, all’energico Shai Shainur, alla giovane Nabila Sarker, prima voce femminile bengalese dell’OMA. Il racconto delle immagini di repertorio si intreccerà nel videoclip con la canzone “Vieni a vivere” del giovane cantautore fidentino Giuseppe Peveri, conosciuto come Dente, nell’originale arrangiamento per l’OMA curato da Enrico Fink così come presentato nel disco “Culture contro la paura”. Un accostamento inatteso che rappresenta anche un invito, da parte della formazione aretina, a “venire a vivere come noi”, resistendo al pregiudizio e alla paura del diverso grazie ad un atteggiamento sempre curioso verso l’incontro, la scoperta, il racconto e l’ascolto dell’altro. Specialmente quando l’isolamento dovuto all’emergenza coronavirus andrà alleggerendosi e torneremo a sentirci immersi in una società multietnica interconnessa. Da giovedì 2 a domenica 5 aprile sarà invece possibile assistere dallo Spazio Teatro Social di Officine (pagina Facebook e canale YouTube) - domenica 5 in prima serata anche su Teletruria - al concerto integrale dell’Orchestra Multietnica di Arezzo “Culture contro la paura”, nella videoripresa avvenuta al Teatro Cantiere Florida di Firenze nel recente mese di ottobre, grazie alla collaborazione con Murmuris, in occasione della presentazione al pubblico dell’ultimo e più ambizioso progetto artistico dell’ensemble aretino. Erano giorni di grande entusiasmo dovuti al lancio del disco omonimo, prodotto da Officine della Cultura e distribuito da Materiali Sonori. Erano giorni in cui iniziava la programmazione per un anno in arrivo, il 2020, che non lasciava immaginare il fermo di tutte le attività di spettacolo dal vivo. Era la festa che portava sul palcoscenico del Florida un sestetto di ospiti straordinario, messaggeri di un comune invito a lottare contro la paura dell’altro: i cantautori Erriquez, Dente, Paolo Benvegnù, Stefano Cisco Bellotti, Alessandro Fiori e l’attrice Amanda Sandrelli. Scriveva in quei giorni l’OMA attraverso i suoi musicisti: «La paura, con le sue tante derive psicologiche e sociali, ha dunque da oggi due nuovi contrari. Accantonato il “coraggio” proposto dal dizionario, ci pensa l’Orchestra Multietnica di Arezzo a proporre “culture”, rigorosamente al plurale, e “normalità” quali antidoti alla paura: la normalità possibile fatta dal racconto d’incontri, confronti e tanta musica del suo modello associativo; la normalità imprescindibile di un quotidiano fondato sullo studio delle tradizioni, sull’ascolto e sul rispetto e la valorizzazione delle diversità culturali, dell’altro da noi, rinunciando alla lettura per stereotipi. La normalità entusiasta di un percorso che in oltre dieci anni ha attraversato l’Italia e attratto nel suo cammino alcuni nomi noti al grande pubblico che hanno trovato nell’ensemble aretino una comunione di sensibilità sociale, poetica e musicale». Una normalità che ad oggi sembra richiedere uno sforzo ancora maggiore e ancora più profondo da parte di ognuno di noi.

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