Il divieto di spostamento tra Regioni scade il 15 febbraio: c'è il rischio "liberi tutti"
In questo momento c'è un Governo dimissionario per il disbrigo delle pratiche ordinarie, ma il prolungamento di una misura con restrizioni tanto severe rappresenta certamente qualcosa fuori dall'ordinario
Cosa succede dal 15 febbraio, giorno in cui scade il divieto di circolazione tra Regioni? Potrebbe esserci un "liberi tutti". La Toscana, sempre in zona gialla dopo la fine delle restrizioni più pesanti delle festività natalizie, attende con apprensione. C'è già chi ha lanciato l'allarme: "Siamo sulla lama di un rasoio che potrebbe farci precipitare nel peggio, bisogna assolutamente prorogare il blocco degli spostamenti tra Regioni",ha detto ieri ad esempio il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano. Il divieto di spostamento tra regioni decadrà dopo il 15 a meno che non venga rinnovato con un decreto legge sul quale però è in atto una discussione su chi debba assumersi la responsabilità di una decisione.
In questo momento c'è un Governo dimissionario per il disbrigo delle pratiche ordinarie, ma il prolungamento di una misura con restrizioni tanto severe rappresenta certamente qualcosa fuori dall'ordinario. Ci vorrebbe pertanto l'intervento di un nuovo esecutivo, come quello nascente guidato da Mario Draghi, per assumersene la responsabilità. Ma occorrerebbe una certa fretta per permettere al presidente del consiglio incaricato Draghi di avere già i poteri per prororgare il divieto di mobilità interregionale prima di lunedì 15 febbraio.
Il colore delle regioni
Il tempo stringe, tra l'altro, per un'altra questione: tra domani e dopodomani verrà completato il report dell'Istituto Superiore di Sanità in base al quale la Cabina di Regia Benessere Italia deciderà sulle regioni in zona gialla, arancione e rossa e quindi potrebbe essere necessario varare nuove ordinanze (anche se per la "retrocessione" nelle aree con minori limitazioni finora il ministro in carica Roberto Speranza si è limitato a lasciar scadere le ordinanze bisettimanali), spiega Today. Ma questo dovrebbe farlo il ministro di un governo dimissionario, a meno che tra l'11 e il 12 febbraio Draghi non salga al Quirinale per sciogliere la riserva, si accordi sulla lista dei ministri con il presidente della Repubblica e il nuovo esecutivo giuri al Colle: in quel caso, anche senza il voto di fiducia del Parlamento, il nuovo esecutivo sarebbe pienamente legittimato a varare i provvedimenti necessari sia per le regioni in zona gialla, arancione e rossa, sia per prolungare il divieto di spostamento tra regioni. Se per qualche motivo questa tabella di marcia avesse un intoppo, allora ad agire dovrebbe essere il governo Conte. L'attuale ministro della Salute Speranza (che è in corsa per vedersi confermato al suo posto) avrebbe già varato la proroga (che però non spetta a lui, ma all'intero governo) visto che ci sono di nuovo segnali di sovraccarico negli ospedali e la circolazione delle varianti in alcune regioni potrebbe deflagrare da un momento all'altro. Ma il governo uscente, secondo il parere di Conte, non ritiene che sia giusto varare un provvedimento che limita la libertà di circolazione dei cittadini da dimissionario, sottolinea ancora Today.
Cosa succede con gli spostamenti tra regioni dal 16 febbraio: quattro scenari
Ecco quindi che sulla situazione comincia ad aleggiare un possibile stallo, che potrebbe provocare anche quanto veniva paventato ieri, ovvero che per qualche giorno si verifichi un "liberi tutti" a causa del vuoto di giurisdiszione. Oggi Repubblica delinea quattro diversi scenari possibili, ovvero:
- il divieto di spostamento tra regioni scade il 15 febbraio decade perché il decreto che è necessario a mantenerlo non viene emanato: in questo caso dal 16 si potrà tornare a circolare liberamente in tutta Italia;
- il nuovo governo si insedia e anche se non ha ancora ottenuto la fiducia del parlamento firma un decreto che lo prolunga fino al 5 marzo: si tratta di una decisione che deve essere presa (e votata) dal consiglio dei ministri;
- un provvedimento ponte fino al 5 marzo, data di scadenza del Dpcm: in questo caso, spiega il quotidiano, "potrebbero essere consentiti solo gli spostamenti tra zone gialle, come era previsto dai precedenti Dpcm prima che, in occasione delle festività natalizie, il governo non decidesse di inasprire le norme per evitare spostamenti di massa di pendolari che rientravano a casa e famiglie che si riunivano";
- infine, l'ultimo scenario prevede l'intervento del governo uscente: Conte cambia idea e su richiesta di Draghi e con l'ok della maggioranza che regge il nuovo governo - come aveva fatto sapere di volere - vara una proroga magari anche di pochi giorni per consentire al nuovo esecutivo di intervenire con maggiore comodità.