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Riqualificazione urbana del centro di Arezzo: i 6 progetti degli universitari di Perugia

Sei progetti per la riqualificazione urbana del centro storico di Arezzo elaborati dagli studenti dal corso di Architettura e Composizione 2 dell’Università degli Studi di Perugia

Riqualificazione urbana del centro storico di Arezzo, all’opera gli studenti del corso di Architettura e Composizione 2 e del Laboratorio progettuale di Architettura e Composizione 2, tenuto dal professore architetto Paolo Verducci nell’ambito del Corso di Laurea in Ingegneria edile-Architettura dell’Università degli Studi di Perugia. 

Il workshop “Architettura dell’educazione. Sei progetti per la riqualificazione del centro storico di Arezzo”,  nell’Aula magna del Polo di Ingegneria dell’Ateneo perugino, ha rappresentato l'occasione per illustrare il percorso didattico iniziato nell’ottobre dello scorso anno e per affrontare il tema dell’Architettura dell’Educazione, con particolare riferimento alla riqualificazione di alcune aree critiche del centro storico aretino.  

Dopo i saluti istituzionali dei professori Ermanno Cardelli e Massimiliano Gioffrè, rispettivamente direttore del dipartimento di ingegneria e coordinatore del corso di laurea in Ingegneria edile-Architettura, il professor Verducci ha spiegato il senso dell’iniziativa:  

“C’è la necessità di vedere la scuola non solo come uno spazio unico integrato, ma anche come un’opportunità per la rigenerazione urbana di aree critiche e sottoutilizzate, esattamente come è avvenuto nel caso dei progetti per Arezzo – ha sottolineato il professor Verducci -. Una condizione questa che ormai rappresenta la base del progetto contemporaneo. In tal senso progettare scuole intelligenti significa produrre architetture che, parafrasando il grande Edgar Morin, siano concepite per legare i saperi e non per dividerli”.  

A seguire l’architetto Massimiliano Baque’ e l’ingegner Valerio Palini hanno illustrato le aree di progetto con particolare riferimento agli strumenti urbanistici vigenti e al rapporto con i programmi di riqualificazione urbana della città.  

I progetti sono stati elaborati da sei gruppi di studenti dell’Università degli Studi di Perugia costituiti da: Tommi Hay Greene, Agata Nardella, Alessia Amadei, Letizia Busani (Bright school); Valerio Moretti, Federica Grasselli, Francesco Borgioni (CEA_Centro educativo Arezzo); Matilde Paolocci, Consuelo Gamboni, Federica Abbati (Il quinto lato); Federico Aprile, Laura Suvieri, Margherita Blois (Throught the wall); Luca Garofanini, Jairo Pignattini, Alessandro Antonelli (Progetto Landmark); Giulia Stefanetti, Raffaella Ottuso, Sara Fossatelli (Still Learning).  

Il workshop si è concluso con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato gli architetti Luca Bonifacio, Alessandro Bruni, Diego Zurli e la professoressa Floriana Falcinelli.  

L’architetto Bonifacio, esperto in progettazione di edifici scolastici in ambito internazionale e in situazioni emergenziali, ha ricordato l’importanza di pensare alla scuola come luogo protetto e sicuro con particolare attenzione al tema dei servizi e alle attività laboratoriali. L’architetto Bruni nel ribadire l’opportunità di lavorare in una forma integrata ha espresso vivo apprezzamento per la qualità dei lavori degli studenti, ponendo in evidenza l’appropriatezza delle soluzioni in relazione alla difficoltà del contesto. L’architetto Zurli, dopo una premessa sul valore delle idee, si è concentrato sul metodo didattico, mettendo in luce come la complessità dei temi sia stata correttamente affrontata non solo sul piano tipologico e funzionale, ma anche su quello specifico della progettazione urbana integrata.  

Nelle conclusioni, affidate a Floriana Falcinelli, Professore Ordinario di Didattica generale e Tecnologie dell'istruzione e apprendimento del Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, Umane e della Formazione dell'Università degli Studi di Perugia, si è riportato al centro dell’attenzione il rapporto tra aspetti pedagogici e progettazione architettonica. La prof.ssa Falcinelli ha parlato dell’importanza di concepire gli spazi della scuola come spazi di innovazione didattica, sottolineando il concetto di ‘ambiente’ come strumento di conoscenza e ricordando l’esperienza di alcuni importanti pedagogisti italiani quali Loris Malaguzzi e il maestro e scrittore Franco Lorenzoni.  

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