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Venerdì, 19 Aprile 2024
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I nuovi "invisibili": quegli aretini scivolati nella povertà dopo la pandemia. L'indagine

Nuova puntata de "La voce del Colonna". Il giornale è stato realizzato dagli studenti del Liceo Vittoria Colonna in collaborazione con ArezzoNotizie. Oggi focus sulle nuove povertà

Sesta puntata de "La voce del Colonna". Il giornale è stato realizzato dagli studenti del Liceo Vittoria Colonna di Arezzo in collaborazione con ArezzoNotizie. Oggi si parla di nuove povertà.

Nuovi invisibili: giovani e donne sempre più poveri

di Chiara La Penta, Giulia Parri

La crisi globale degli ultimi due anni, legata alla pandemia, ha avuto un fortissimo impatto sull’aumento della povertà in Italia. Nel 2019, fino a pochi mesi prima della diffusione del Sars Cov-2, il nostro Paese registrava un miglioramento della situazione economica dei soggetti più fragili, dopo quattro anni di costante perdita di reddito.

Nelle nostre città ci sono tante persone invisibili. Non appaiono agli occhi della stragrande maggioranza dei cittadini. Sono quelli di cui le istituzioni statali spesso non si occupano.

La povertà assoluta si mantiene al di sotto della  media per le famiglie di soli italiani seppur in crescita rispetto al 2019.

Gli individui stranieri in povertà assoluta sono più di un milione, cifra più alta rispetto a quella dei cittadini italiani. Il Rapporto evidenzia come  il Covid-19 abbia rallentato a livello globale i progressi per il raggiungimento di gran parte degli obiettivi di sviluppo economico sostenibile. La crisi sanitaria ha acuito inoltre le disuguaglianze tra e all’interno dei Paesi, rallentando i progressi verso l’obiettivo. Nel 2020, la Caritas in Italia  ha complessivamente supportato quasi due milioni di persone, sostenute  nell’anno di diffusione del Covid-19; quasi la metà di loro, ha fatto riferimento alla rete Caritas per la prima volta proprio in questo periodo, senza particolari differenze tra italiani e stranieri.

L’istruzione dei poveri è bassa. Le condizioni precarie, vanno di pari passo con il livello di istruzione. Oltre la metà delle persone che hanno chiesto aiuto alla Caritas ha al massimo la licenza di scuola media inferiore, percentuale che tra gli italiani sale in particolare nel mezzogiorno. Queste sono situazioni in cui appare evidente una forte vulnerabilità cultura le e sociale. Dove abitano i poveri. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno, anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord.

In particolare, rispetto al contrasto alla povertà solo in Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al pre-pandemia.

Riguardo alle condizioni abitative, oltre il sessanta per cento delle persone abita in affitto, ci sono casi di chi è ospitato temporaneamente o stabilmente da amici, di chi dichiara di essere privo di un’abitazione o ospitato in centri di accoglienza.

Queste ultime notizie si legano anche e soprattutto alla condizione dei senza tetto, i cui numeri anche per il 2020 risultano tutt’altro che trascurabili, infatti, le persone senza dimora sono in aumento soprattutto per il genere maschile e per gli stranieri con un’età media di 44 anni.

Forse il benessere degli invisibili si lega ad un welfare che ha tra i propri attori non solo le istituzioni statali ma anche il mercato, la famiglia, il terzo settore, l’associazionismo, il volontariato.

Come sostiene la sociologa italiana Chiara Saraceno: “Il welfare sociale funziona bene quando riesce a mettere insieme il pubblico, fondamentale perché la garanzia dei diritti non può prescindere da esso, con la ricchezza dell’associazionismo privato, fino a coinvolgere anche la responsabilità del privato di mercato”.

Se visto in questa prospettiva, allora, il welfare, lo “stare bene” degli invisibili può diventare davvero uno spazio in cui anche noi possiamo essere protagonisti per una cittadinanza solidale e attiva.

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