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"Centri commerciali aperti e scuole chiuse è consumare senza sapere". Verso lo sciopero del 26 marzo

Priorità alla scuola si organizza per iniziative anche ad Arezzo contro la didattica a distanza e per destinare fondi del recovery fund alla scuola pubblica

"Siamo un  gruppo di cittadine e cittadini, genitori, con figli e figlie di varie età, scolare e prescolare, e di insegnanti, di educatrici e educatori e operatrici e operatori della scuola, di professionisti che vivono ad Arezzo. Crediamo che la scuola sia un diritto e servizio essenziale da svolgere in sicurezza e in continuità. Siamo consapevoli della necessità di misure per contenere l’epidemia e ridurre i contagi, ma crediamo anche che il diritto alla salute possa essere tutelato insieme a quello sull’istruzione."

Priorità alla scuola di Arezzo si presenta e lancia le prime iniziative, ponendo la scuola in presenza al centro dell'attenzione e cercando di mettere in evidenza le incongruenze di questo momento in cui, come ad Arezzo sia sia partiti dalla chiusura delle aule, portando la didattica a distanza anche per le scuole elementari.

"Lasciare aperti i centri commerciali e chiudere le scuole, consumare senza sapere, è forse questo il senso tangibile della società in cui viviamo? I fantomatici ‘tecnici’  e i nostri amministratori dovrebbero sapere che le scuole sono un luogo molto più sicuro e controllato di un centro commerciale, che con le scuole aperte, si può fare un lavoro di tracciamento senza uguali, che tramite le scuole si può condurre una campagna statistica molto utile sul modo di diffondersi della malattia. Nelle scuole sono stati applicati i protocolli sanitari più stringenti e più verificabili. Le scuole aperte inducono comportamenti virtuosi, garantiscono un monitoraggio e infine il tracciamento di casi sospetti e contagi, che altrimenti sfuggirebbero a ogni controllo. Con le scuole aperte si evitano situazioni di grave emarginazione e di disagio."

La Dad non può essere la risposta un anno dopo il primo lockdown

"La didattica a distanza ha dimostrato di mancare di quella componente essenziale che è la relazione con l’altro e tra pari, senza la quale il processo di costruzione della personalità dei bambini e degli adolescenti non si compie.
Secondo il recente rapporto delle Nazioni Unite, presentato dalla direttrice del dipartimento salute mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, anche la salute mentale, non solo quella fisica, è a rischio a causa della pandemia di coronavirus.

Per questo stiamo stendendo dalle nostre finestre striscioni con scritto 'Questa casa non è una scuola, no dad' e chiediamo ai cittadini e alle cittadine di unirsi a questa nostra pacifica dimostrazione. Per ricordare che le scuole chiuse sono un delitto, un delitto nei confronti del futuro di intere generazioni. Se esiste uno strumento per sconfiggere il virus a lungo termine, quello è la scuola, quello è il sapere. Vergogna."

Lo sciopero sociale del 26 marzo

E' già stata stabilita la data della mobilitazione nazionale che si terrà nei singoli territori contro la chiusura degli istituti scolastici. Il 26 marzo Priorità alla scuola organizza lo sciopero sociale in concomitanza con quello dei Cobas.

"L’obiettivo della manifestazione consiste nel chiedere che una congrua parte del Recovery Fund sia riservata al rilancio della Scuola pubblica - spiegano nel comunicato - e quindi servizi educativi per l’infanzia, scuola dell’obbligo, superiori di secondo grado, dal nido all’università, il diritto allo studio deve essere tra le vere priorità del Paese; deve essere garantito anche un incremento della spesa pubblica annua portandola almeno ai livelli della media europea, pari al 5% del Pil. Il primo urgente provvedimento di riforma riguarda l’immediata riduzione del numero di alunni/e per classe, fissando un tetto massimo di venti, abolendo ogni possibilità di accorpamento per le classi successive. Si chiede che i finanziamenti del Recovery Fund siano utilizzati per il potenziamento di tutto il personale scolastico, con un piano di assunzioni e di stabilizzazione dei docenti precari, adeguamento degli spazi e degli edifici scolastici, con ripristino di vecchi edifici e realizzazione di nuovi."

In vista di questa data Priorità alla scuola sta organizzando alcune iniziative "con presìdi, lezioni in piazza, striscioni sui portoni delle scuole e alle finestre delle case" proprio come annunciato ieri anche ad Arezzo.

Gli striscioni contro la Dad

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